Adottiamo un villaggio nepalese

Creato il 20 giugno 2015 da Cren

Molte persone che amano il Nepal e seguono questo blog mi hanno chiesto, negli ultimi due mesi (da quando il disastro ha colpito il Nepal) con quasi 9.000 morti, come aiutare quel paese. Ho risposto di aspettare: si era in piena emergenza, bisognava salvare il salvabile e capire cosa realmente serviva.

Nel frattempo, spontaneamente, si era messa in moto una grande solidarietà fra i nepalesi e i loro amici sparsi per il mondo (anche in Italia). Tante iniziative, che hanno fatto scrivere, giustamente che sembra emergere una nuova identità del Nepal, this new identity appears to be overwhelmingly based on altruism; it is on the back of this that we will rebuild Nepal.

Abbiamo scritto in altri post della grande partecipazione dei giovani nei primi interventi, partivano per i villaggi, portando cibo e tende, scavavano fra le macerie, mettevano in salvo pezzi d’arte. Con lo stesso spirito si è mosso, grazie anche al web, tante persone un po’ d’ovunque e sono partite centinaia di iniziative dirette a fornire aiuto ad amici, conoscenti, piccole organizzazioni nepalesi.

Ma, come naturale, tante iniziative spontanee stanno esaurendosi , mentre, purtroppo i problemi restano. A livello macro sono da ricostruire migliaia di case, scuole edifici pubblici a Kathmandu e nei villaggi. Si calcola che i danni siano intorno a USD 7 miliardi, che vi sarà un calo del reddito procapite (già basso) del 5% (usd 23) e che nella povertà finiranno 700.000 persone (magari appena uscite, almeno secondo le statistiche) come scrive la relazione della Nepal National Planning Commisson, che sarà la base del prossimo incontro con i donatori (25 giugno).

Tanta gente ha lanciato il cuore, portando o spedendo noccioline, noodles, vestiti vecchi; andando in Nepal con poche conoscenze della realtà del paese. Tutto bene, un segno di solidarietà che i nepalese, sempre gentili, hanno apprezzato. Ma, oggi, vediamo o che tende e teloni non riescono a riparare dal monsone, che il cibo (per ora) non manca, e che servono, adesso, altre cose come le onduline zincate (jasta) che riparano bene nel breve e serviranno per i tetti delle case ricostruite.

Poi ci sono le grandi organizzazioni, che hanno raccolto, somme importanti, hanno affittato elicotteri al doppio della cifra normale per farsi vedere un po’ in giro, fare foto e raccogliere altri fondi. Alcune nate o piombate in Nepal solo per questo, negli ultimi giorni. Gente che non ci piace, in base all’esperienza e ai fatti, e che ha sollevato tante critiche, anche fra i nepalesi in questo caso attenti, per mancanza di trasparenza sull’utilizzo dei fondi e per la ricerca di visibilità, più che di efficacia. Così tanti villaggi, lontani dalle strade, sono stati dimenticati e tanti soldi spesi inutilmente.

Qui c’è di tutto, MSF che è subito intervenuta con efficacia con ospedali da campo, ma anche WFP che ha distribuito riso marcio in più occasioni, o altre che hanno raccolto fondi per distribuire 1000 teloni di plastica.


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