Alcuni quotidiani però, con La Stampa e La Repubblica in testa, continuano ad intervistare dolcissime donne e uomini single e a propagandare lo slogan: “meglio un single che lasciarli in istituto”, o il denominato “principio del male minore”. Il tutto condito con tanto sentimentalismo e giustificato dal famigerato atto d’amore, che ricorda molto la motivazione per far passare l’eutanasia di stato. Ad esempio, viene intervistata sull’argomento il ministro Prestigiacomo, e anche lei ribadisce: «È chiaro che è meglio che un bambino stia con un solo genitore piuttosto che in un Istituto, ma il problema non è da porre in questi termini. In Italia ci sono molte più coppie disposte ad adottare rispetto ai bambini adottabili. La vera priorità non è quindi l’adozione dei single ma sono i criteri che rendono adottabile un bambino che nel nostro paese sono ancora troppo rigidi. Quando si parla di adozioni bisogna ragionare sempre di cosa è meglio per il bambino ed è indiscutibile che per chi ha già subito il trauma dell’abbandono la soluzione migliore sia una famiglia composta da un padre e una madre». E ancora: «E’ meglio per un bambino essere collocato presso una famiglia. I single che vogliono adottare hanno ottime intenzioni, sia che lo facciano per soddisfare un bisogno di maternità o paternità, sia che lo facciano per fare del bene. Ma per il bambino è meglio essere accolto in una famiglia completa». Insiste: «La legge vigente è giusta per quel che riguarda i single perché l’adozione in casi speciali è già contemplata quando il rapporto affettivo con l’adottante è stabile e duraturo e precedente alla perdita dei genitori». La posizione della Prestigiacomo è quindi chiara e condivisibile: è meglio un single che un orfanatrofio. Ma in Italia le coppie sposate che vogliono adottare sono tante e tutte in attesa. Quindi la “presunta” apertura è inutile e sbagliata anche perché la legge comunque lo permette già. Ma sapete come viene intitolato l’articolo? Così: «Il ministro Prestigiacomo: “Meglio un solo genitore che in istituto”». Cioè, come incanalare l’opinione pubblica e sperare che qualcuno si fermi a leggere solo i titoli. Questa è l’ideologia laicista.
Sulla vicenda tornano comunque anche oggi gli esperti (oltre a quelli di ieri raccolti in Ultimissima 15/2/11):
Il presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti dichiara: «in casi eccezionali già oggi la legge consente l’adozione da parte di single, ma sottolinea che questi casi devono restare, appunto, delle eccezioni e non diventare un improprio grimaldello per reclamare un allargamento delle maglie della legislazione». Al primo posto c’è il diritto del bambino «ad avere un padre e una madre che si curino di lui» e non, invece, il «desiderio degli aspiranti genitori».
L’editorialista de Il Giornale, Marcello Veneziani, scrive un ottimo commento: «Meglio un genitore adottivo che l’orfanotrofio. Meglio un figlio adottivo chela solitudine. Meglio favorire la nascita di legami affettivi, di mutua solidarietà. Sono d`accordo con le adozioni estese ai single. A condizione che si ribadisca una elementare scala di priorità: precedenza alla famiglia, che offre più garanzie di solidità, poi le coppie di fatto, infine i single. Nessuna discriminazione, ma una scala d’amore nell’interesse primario del bambino. Invece, se leggete i commenti dei moralisti a corrente alternata, vi accorgete che la sottile patina d’amore ricopre uno strato profondo di odio: contro la famiglia tradizionale, innanzitutto, poi contro la Chiesa, il governo e il Parlamento; e in favore, ma guarda un pò, dei magistrati. L’argomento da loro adottato è una buona ragione per respingere le adozioni ai single. Eccolo: ma chi lo dice che una famiglia vera sia meglio di un singolo, siamo sicuri che una coppia sia meglio di uno solo? Signori, sappiamo bene che l’umanità è varia, ci sono famiglie infernali, coppie da schifo o sull’orlo di separarsi. Ma sappiamo che secondo natura e cultura, secondo vita, storia e tradizione, le creature nascono e crescono in famiglia e hanno bisogno di un padre e una madre. E’ quello il loro alveo, su quell’elementare habitat siamo nati e cresciuti, su quelle basi si fonda la civiltà. Poi, certo, le famiglie possono essere pessime o sfasciate, come i single possono essere pessimi o torvi. Ma la legge, e la logica, parte dalla norma e poi si confronta con ciò che la smentisce. Invece no, si vuol capovolgere il diritto, la vita, la logica, partendo a rovescio. Ecco la perfidia e l’odio che si fanno scudo del bambino. Un bel colpo alla famiglia tradizionale, alla Chiesa, alla religione, al governo in carica. E ancora una volta, i giudici che non applicano la legge ma la inventano, si sostituiscono al potere legislativo».
Anche l’Associazione matrimonialisti italiani è contraria all’apertura ai single, per due ordini di motivi, spiega il presidente Gian Ettore Gassani: cOccorrerebbe modificare la Costituzione e cambiare i connotati del concetto di famiglia».
Valeria Rossi Dragone, presidente del Ciai, il Centro italiano aiuti all’infanzia dichiara: «aprire ai single è un falso problema: non vedo frotte di single che sarebbero disponibili a questo tipo di adozioni, già molto impegnative per due genitori, figuriamoci per uno solo…c.
Donata Nova Micucci, presidente di un altro ente ‘storico’ in Italia, l’Associazione famiglie affidatarie e adottive (Anfaa), afferma: . cAprire le adozioni ai single non sposta di una virgola la sostanza delle cose. Sono i Paesi di origine a stabilire i criteri per le adozioni: quasi tutti richiedono coppie sposate, oltre ad altre condizioni che possono essere opinabili ma alle quale bisogna sottostare. La risposta alla prevedibile crisi delle adozioni internazionali, da qui ai prossimi anni, non sta nell’allargare la platea degli aspiranti genitori, che è già sovrabbondante», ma nella preparazione delle coppie»
Per Alberto Gambino, docente di Diritto privato alla Università Europea, è un falso problema giuridico: «il diritto agisce laddove esistono problemi sociali, e il problema della mancanza di coppie che adottino bambini nel nostro Paese non esiste. Al contrario forse bisognerebbe pensare a semplificare le norme per rendere più agevole la procedura già esistente. La legge già prevede che i single possano adottare un bambino in casi particolari specifici. Sono contemplati tutti, da quello della disabilità del bimbo fino a quello della separazione. Si tiene fermo il concetto per cui l’adozione non è un diritto soggettivo di chi vuole adottare, ma quello del bambino, per crescere e svilupparsi, ad avere una famiglia. Il numero delle coppie coniugate pronte ad adottare è di gran lunga superiore al numero dei bambini dichiarati adottabili. Non si comprende perché si dovrebbe dare al bambino un solo genitore quando si ha la concreta possibilità di dargliene entrambi, come peraltro previsto dalla nostra Carta Costituzionale all’articolo 29»
Il sociologo Pierpaolo Donati è preoccupato per la tendenza di privilegiare una cultura “virtuale”, basata su idee e desideri di parte: «Mi sembra che questa sentenza apra a una deriva inquietante: quella che per essere famiglia, e dare una famiglia a un bambino, basti che ci sia qualcuno che se ne occupi. È il trionfo della logica “assistenziale”: che sia uno solo ad allevare un figlio è il “male minore”. Condivido il timore che questa sentenza possa preparare il terreno alle adozioni a coppie omosessuali. Le scienze psicologiche e sociali hanno dimostrato con innumerevoli ricerche come sia meglio, da punto di vista educativo, che un bambino abbia due genitori. E ci sono molte più coppie disposte ad adottare che bambini presenti negli istituti. Che bisogno c’è, dunque, di adozioni ai single? Se non per soddisfare i loro desideri, ovvio, ma questo non è certo il senso dell’adozione»
Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, sostiene che sia in atto una «pericolosa deriva licista». Lo stesso ministro esclude una nuova legge a proposito di adozioni e ribadisce che «già dalla prossima settimana ci sarà occasione per un segnale forte da parte del Parlamento per confermare il valore della vita»..
Anche il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, critica i giudici che «non devono compiere indebite ingerenze nel campo legislativo che spetta al Parlamento». Ancora: «Il legislatore non deve porre le premesse per la creazione di nuovi legami affettivi che non corrispondano all’interesse del bambino, che ha diritto a un padre e a una madre».