Adriatico: le trivelle minacciano ancora

Creato il 10 agosto 2011 da Trame In Divenire @trameindivenire

Piattaforma petrolifera

Ripartono le trivellazioni nel basso Adriatico. Nove trivelle da Bari a tutto il Salento.

Il 28 luglio il governo ha rilasciato nuove concessioni alla Northern Petroleum per le trivellazioni nel mare Adriatico. La società aveva già depositato la documentazione necessaria a ottenere le autorizzazioni di V.I.A., lo scorso fine aprile, presso il comune di Brindisi.

Già a ottobre potranno iniziare le ispezioni sismiche lungo i fondali con le air-gun, esplosioni sottomarine ad aria compressa, per verificare localizzazione ed entità precisa dei giacimenti. Una tecnica, questa, che procurerà non pochi danni al sistema biologico marino e al comparto della pesca, già messi a dura prova dalla crisi produttiva ed economica. Per non parlare delle ricadute negative per il comparto del turismo, l’unico che in Puglia resiste alla crisi.

Dalle ricerche già effettuate si sa che trattasi di quantitativi ridottissimi, 53 milioni di barili circa, poco più del corrispettivo di un mese del fabbisogno italiano di greggio, per giunta di bassa qualità.

Nonostante i ricorsi della regione Puglia e di Legambiente, Slow Food, Lipu, Pro Loco, comitati, sindacati, avverso le concessioni rilasciate alla Petroceltic Elsa per le trivellazioni nei fondali prospicienti alle isole Tremiti, il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, dimentica delle mobilitazioni del 2009 a Monopoli e quella della scorsa primavera alle Tremiti, ritorna sui suoi passi.

Nove saranno le piattaforme di trivellazione disseminate al largo delle coste tra Polignano a Mare e Brindisi passando per Monopoli, Fasano e Ostuni, che saranno pronte già dai primi del 2012. Ancora una volta il ministro Prestigiacomo, in linea con gli atteggiamenti per nulla democratici del governo, non ha ritenuto necessario sentire il parere della Puglia e dei pugliesi.

Dovrebbe far riflettere un dato.  La legislazione italiana prevede l’interdizione alle trivelle a nove chilometri da riva, mentre nei pressi di aree protette il limite arriva a 22 chilometri dalla costa. Per contro, negli USA dove la cultura petrolifera è dominante, su tutto il litorale di California e Florida il limite è rispettivamente di 160 e 200 chilometri, per proteggere turismo e pesca, due comparti produttivi che per la Puglia sono d’importanza strategica.

Oltre al ricorso al Tar, la Regione Puglia a metà luglio ha approvato all’unanimità la proposta di legge da presentare alle Camere sul “Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione d’idrocarburi liquidi”.

La Puglia è chiamata ancora una volta a mobilitarsi. Questa concessione del governo, passata attraverso il silenzio totale della stampa ufficiale, non deve passare attraverso il silenzio della cittadinanza in questo periodo troppo occupata dagli affari e delle distrazioni estivi.

Invitiamo sindaci, consigli comunali, provincie e regione Puglia a far sentire la loro voce in difesa del mare e delle coste pugliesi.

Dopo la beffa della Bandiera Blu smentita da Goletta Verde, il danno delle trivelle.

Giuseppe Vinci

Firma la petizione contro le trivelle nell’Adriatico:

http://petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=P2011N13045


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