Aduc in web. Il caro prezzo della liberta' di espressione. Truffatori all'attacco

Creato il 24 aprile 2012 da Apietrarota

Firenze, 24 Aprile 2012. Da ieri mattina il sito web dell'Aduc è sotto attacco informatico: la concentrazione in contemporanea di milioni di richieste di accesso rendono il sito inaccessibile. In particolare, sono stati presi di mira i forum "Di' la tua", dove i navigatori dibattono fra di loro sui vari temi, senza censura e senza moderazione. Forum per i quali piu' volte siamo finiti in tribunale perché querelati da aziende che si ritenevano diffamate per il solo fatto che alcuni loro clienti raccontavano esperienze negative. I giudici hanno sempre accolto le nostre argomentazioni a tutela della libertà di espressione, ma evidentemente qualche azienda non si è rassegnata e sta ora tentando di oscurare con metodi criminali l'intero sito dell'Associazione.
Le aziende che agiscono per censurare lo spazio di libertà che l'Associazione mette a disposizione dei consumatori, con notevoli costi di tempo e denaro, non tollerano qualsivoglia espressione che metta in dubbio la loro onesta' e professionalita'. Secondo questi soggetti, la liberta' di espressione dovrebbe limitarsi ad esprimere solo commenti favorevoli: una teoria troglodita secondo cui il parlar continuamente bene di qualcuno -anche in modo stucchevole e pacchiano, magari attraverso l'inserzione di finti elogi nei nostri forum- possa giovare al loro business. Ed è certamente una di queste aziende che in questi giorni si è rivolta a qualche delinquente informatico per evitare che i commenti sul loro operato -espressi in modo civile e senza violare alcuna legge- siano visibili sul web.
Al momento siamo riusciti a porre un freno, ma ad un prezzo per noi altissimo: abbiamo temporaneamente chiuso i forum "Di' la tua" verso cui è indirizzato l'attacco. Una parte fondamentale del nostro essere sul web e' ora ferma. Ma il resto del sito, pur sé con difficolta', e' ora nuovamente accessibile a chi vuole ricevere informazioni sui propri diritti e porre domande.
Abbiamo alcuni sospetti e stamane abbiamo sporto querela presso la Polizia postale, che in parallelo con i nostri esperti informatici, sta avviando le necessarie contromisure e indagini.
Ai 50/70 mila navigatori che mediamente frequentano ogni giorno il nostro web, chiediamo pazienza, comprensione e sostegno.
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