Delle ripercussioni sulle corse più importanti del calendario internazionale ci siamo limitati a vaticinare. Ma siamo stati buoni profeti, se è vero – come è vero – che oggi gli organizzatori del Giro d’Italia 2013 hanno espresso il loro punto di vista sulla questione, che crea non pochi grattacapi ad una corsa che ha già assegnato le sue wild card.
Le wild card (4 le formazioni che RCS Sport ha potuto invitare) sono state assegnate l’8 gennaio – ha commentato Michele Acquarone, direttore generale del Giro d’Italia 2013, a La Gazzetta dello Sport – proprio per dare modo alle squadre di preparare la stagione in funzione della Corsa Rosa, e a noi di fare tutti i sopralluoghi, le misurazioni per bus e ammiraglie, prenotare gli alberghi e definire i traghetti per Ischia.. Ora tutto questo lavoro viene buttato via.
Già, perché ormai indietro non si torna e le squadre che parteciperanno al Giro d’Italia 2013 dovranno essere 23 anziché 22 come inizialmente previsto. Michele Acquarone, già preoccupato per tutti i problemi organizzativi “extra” che tutto questo comporta
UCI deve ancora concederci la deroga, e ospitare una formazione in più per noi ha dei costi che si aggirano sui 150mila euro
è anche risentito per il comportamento delle massime autorità del ciclismo:
Ho mandato un messaggio al presidente UCI, Pat McQuaid, e non ho ancora acuto risposta: nessun dirigente della Federciclismo internazionale si è sentito in dovere di informarci per trovare una soluzione, invece hanno scaricato questo peso sulle nostre spalle.
Le corse non possono fare a meno delle squadre e del ciclismo, naturalmente; è dunque inverosimile pensare ad una serie di ricorsi da parte delle società organizzatrici contro l’UCI. Ma i problemi organizzativi e i costi aggiuntivi dovranno, in qualche modo, essere assorbiti, altrimenti il rischio è che qualcuno sfori il budget e negli anni a venire fatichi a proseguire il proprio impegno. Come potete vedere, un problema non da poco..