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Affari di famiglia: quando la gente si vende anche le mutande...

Creato il 30 aprile 2012 da Tizianogb
Affari di famiglia: quando la gente si vende anche le mutande...
"Affari di famiglia" è un programma prodotto da History Channel e trasmesso ultimamente da Cielo, il canale Sky del digitale terrestre, in cui gente a corto di soldi va a vendersi anche l'anima nel banco di pegni "Gold & Silver Pawn Shop", di Las Vegas, gestito dalla famiglia Harrison : il vecchio (Richard), lo smilzo (Corey), e il boss (Rick), che sono nonno, figlio e nipote. Ad aiutare i tre, si fa per dire, c'è l'amico di infanzia di Corey, che è un po' come Ollio per Stanlio (anche se entrambi superano abbondantemente i centoventi chili). Ma Affari di famiglia non è un semplice docu-reality, è anche uno dei programmi più divertenti che siano stati mandati in onda negli ultimi dieci anni: per quanto io sia uno che di televisione ne vede pochissima (dopo l'evoluzione dell'intrattenimento su internet, chi diavolo la guarda ancora  la televisione?) rimane uno di quei rari programmi che mi fa abbandonare il telecomando sul divano. Sarà che il mio livello di sadismo è leggermente sopra la media (solo un pochino, niente di che), ma la cosa che più mi fa impazzire di quel programma e che invariabilmente, nove volte su dieci, chi entra al "Gold &Silver Pawn shop" per venderci il cimelio prezioso del trisavolo, conservato generazione dopo generazione come fosse una reliquia sacra, custodito da padri e nonni a costo della loro vita, difeso dagli attacchi degli indiani e da Toro seduto in persona,  invariabilmente lo svende alla famiglia Harrison per un decimo del suo valore. E questo quando va bene. Ora, cerchiamo di capirci, non voglio certo dire che la gente squattrinata mi faccia ridere (ci sarebbe da piangere, a dire il vero): è solo che "Affari di famiglia" è un raro esempio di crudeltà mediatica mascherata da intrattenimento... il che è geniale, a mio avviso, e spiega il successo planetario che questo show ha ottenuto. In fondo, un po' di crudeltà è presente in tutti noi: non è forse così? 

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COMMENTI (1)

Da Stefania Brancatelli
Inviato il 06 giugno a 21:58
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Vorrei tanto sapere chi scrive i dialoghi italiani! Non azzecca un congiuntivo! Con chi si può protestare?!