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Affidi, la “seconda lobby di Dio” si espanderà anche a Crema? Cattolici, non ciellini, graditi al Pd

Creato il 27 maggio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Nell’articolo (di www.cremaoggi.it) sono omesse molte verità che farebbero crollare le mura della comunità sociale, avvengono degli sperperi e delle forzature per indirizzare binbi a famiglie affidatarie che fanno rabbrividire, una rete di clientelismo innestata in pianta stabile nella struttura in cui gruppo affidi e associazioni si spalleggiano a vicenda emarginando famiglie naturali obbligate a estenuanti dispute legali per vedersi restituire i propri figli, guarda caso nel finale dell’articolo si auspica di puntare sulle famiglie affidatarie (massimo rispetto) ma per esperienza personale le manovre che a volte avvengono sono scorrette.

Ogni volta che si parla di affidi le maglie si stringono, le notizie non escono se non anonime, gruppi e associazioni formano un muro di gomma, ogni critica sembra – a Cremona – un attentato alla felicità del paradiso. Non a caso i progetti sono gestiti da brillanti società cooperative che svolgono “un lavoro egregio” anche per chi, in privato, coltiva qualche dubbio. Come si regge questa rete di consenso? Andrea Serena parla di forzature, sperperi, clientelismo. A Cremona, da quanto si viene a sapere, ci sono politici di centrodestra i cui figli in affido sono ammirati come trofei. Spiace constatarlo: l’affidamento di un minore dà alla famiglia una sorta di certificazione di qualità e serietà che in ambienti in cui l’immagine conta moltissimo – la politica! – viene molto apprezzata e crea consenso. E’ un meccanismo che scatta automaticamente. L’affidatario guadagna punti nella società che premia il successo persino in un settore del genere. Spiace usare un linguaggio crudo, ma bisognerà prima o poi parlarne degli aspetti finora nascosti, perché imbarazzanti ma estremamente utili, strumentalizzati, di un sistema che premia alcune famiglie (senza affatto danneggiare i minori affidati). Il problema tocca gli adulti e la loro immagine sociale spesa in altri contesti, come la politica.

Servono nuove famiglie affidatarie. Allora arriveranno le Reti Affidabili anche a Crema. C’è un progetto Cariplo a Cremona, c’è una cooperativa, la Nazareth che investe molte energie, ben vista da parte del Pd. Ci sono alcune comunità per minori non accompagnati. Si constata che solo da sinistra arrivano critiche, dubbi, desiderio di chiarimento, segnalazioni. Dà troppo fastidio Rifondazione, per questo? A Cremona si è creato un sistema di potere che esclude Comunione e Liberazione, di cui non discutiamo l’efficienza ma la chiusura. I servizi sociali possono compiere scelte ben diverse, non solo queste. Possono investire sugli stranieri, sulla società che cambia, su nuove professionalità. Non parlo di illegalità e di malaffare, sia chiaro, ma di occasioni mancate per una politica più propositiva, visto che l’Italia che cambia è meno cattolica, più laica, multiculturale, vede crescere le altre religioni e gli stranieri.

A Cremona si parla persino di un correntone trasversale fra curia e Pd, nato apposta nel 2009 per escludere Comunione e Liberazione e la Lega. Sugli affidi Cremona ha puntato pesantemente, con grande impegno. Ma si crea – domanda – un’altra organizzazione più o meno cattolica pur di escludere Cl? Si crea un patto trasversale anche a Crema? La “lotta” politica fra cattolici e il bisogno di rinnovamento del Pd arrivano a escludere la sinistra?

p.z.

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