Affissioni abusive anche per il referendum

Creato il 28 maggio 2011 da Riprendiamociroma

La già martoriata stazione della metropolitana di San Paolo deve subire l'ennesima umiliazione da parte dei vandali attacchini che imbrattano i muri di entrata con inutile e anacronistica cartaccia per reclamizzare qualsiasi tipo di evento musicale o politico, soprattutto di estrema sinistra ma ultimamente anche di estrema destra. Stavolta i manifesti abusivi li hanno attaccati quelli del referendum per l'acqua. Gente che si batte per una causa di civiltà e che dovrebbe in teoria rispettare il bene comune ma che invece, evidentemente, se ne infischia, nella "migliore" tradizione della politica italiana. Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, insomma, come un qualsiasi consigliere burino di municipio che tappezza i muri di manifesti autocelebrativi per gli importanti "favori" che ha fatto al popolo, oppure gli indecenti "botta e risposta" dei soliti PD e PDL che si insultano a vicenda tutti i giorni dell'anno sui muri della città, anche quando non ci sono le elezioni. E magari con la scusa che hanno avuto poco spazio sui mezzi di comunicazione di massa, si giustificano con i manifesti sui muri "libri del popolo" per informare i cittadini ignari della chiamata alle urne su un così importante argomento come quello dell'acqua pubblica. Sono scusati per questo? Manco per niente, nel 2011, nella capitale d'Italia, i manifesti sui muri non ci devono proprio essere, a prescindere da cosa propagandino e dalla giustezza o meno della causa che portano avanti. C'è internet, c'è la tv pubblica (che ha il DOVERE di informare), ci sono i banchetti e le manifestazioni. E ci sono soprattutto (sic) migliaia di plance elettorali installate in tutta la città, che servono proprio all'affissione legale dei manifesti dei referendum. Guardate le plance comunali a Largo Riccardi, a pochi passi dalla stazione San Paolo: vuote, senza un manifesto sopra. Era meglio attaccarli dove passa più gente, avranno pensato. Così hanno fatto, abbassandosi alla barbarie della propaganda politica romana. (Les)

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