Riuscireste a fare otto ore filate di sonno senza avvertire scricchiolii nella stanza accanto o immaginare un killer che si aggira vicino a voi, senza alcuna intenzione di simpatizzare se non con il coltello che tiene in mano?
A me il fatto sconfinfera e non poco ma non ho ancora capito se a tentarmi di più è l'idea di sopravvivere alle emozioni che il posto potrebbe infondermi o quella di poter calcare le stesse stanze che ospitarono gli attori e i registi. Credo che le due suggestioni andrebbero a braccetto, nella mia testa.
Ebbene, molti stranieri le case così le comprano proprio. Persino quella in cui scomparve la povera Marilyn Monroe sulla 5th Helena Drive di Hollywood è attualmente occupata da una famigliola americana gelosissima del proprio anonimato. Altre abitazioni dall'imponenza impressionante come queste sono invece in vendita per il tramite di agenzie immobiliari che ne mettono i relativi annunci sul web!
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Ma potrebbe anche capitare che un signore ricco sfondato e piscologicamente sballato ci convochi come parenti nella sua inquietante tenuta inglese per la lettura del suo testamento, mentre lampi e tuoni accompagnano il nostro arrivo. Lui non ci riceverà: è già morto da tempo. Sarà un suo filmato a tenerci compagnia mentre ceniamo in attesa di sapere chi di noi è il beneficiario di una fortuna (e anche la probabile vittima di chi vorrebbe prendere il nostro posto!). Il film è "Il gatto e il canarino" (1979) e in tal caso saremmo finiti alla Pyrford Court, Ripley, nel Surrey. Villa padronale che nel 1976 fu teatro di un altro e più notorio thriller: "Il presagio" (The Omen).
Ma anche la ridente California, per quanto sforni prugne e surfisti, non è priva di costruzioni suggestivamente idonee a suscitare brividi. E' il caso della Dunsmuir House & Gardens, al 2960 di Peralta Oaks Court, Oakland. Rimarrete sbalorditi nel trattare il canone d'affitto. E' praticamente irrisorio. In realtà, ha un piccolo difetuccio ma del tutto irrilevante: la casa ha la pessima abitudine di rifarsi il maquillage succhiando vita ed energie ai propri sfigati inquilini. Tutt'al più si risparmia sulla chiamata e sul viaggio dell'idraulico.
Così fecero Karen Black e Oliver Reed quando, insieme a Bette Davis versione ultima stagione, decisero di trascorrere le vacanze estive da affittuari in "Ballata macabra" (1976).
Per il nostro Dario Argento, ce ne sono cert'altre a Torino, come Villa Scott che hanno scheletri nell'armadio. La villa del bambino urlante di "Profondo Rosso" (1975) è peraltro circondata da un curioso aneddoto. La famosa villa costruita nel 1902 in un inconfondibile stile liberty dall'architetto Pietro Fenoglio, all'epoca delle riprese era sede di un istituto per ragazze gestito dalle suore. Argento mandò in vacanza a Rimini sia le une sia le altre a spese della produzione per poter far girare liberamente David Hemmings per i grandi corridoi e le stanze originali dell'immobile, senza dover riprodurre il tutto all'interno di un teatro di posa. Che poi, voglio dire, fossi stato in loro, io avrei pure pagato volentieri per rimanere e vedere il regista al lavoro.