Affollamento di libri

Da Whitemary
Toccata e fuga in libreria. Sia per il poco tempo a disposizione sia per evitare di metterci le radici e uscire due ore dopo con dieci libri. Sapevo già quali prendere. Quando ho poco tempo è fondamentale, altrimenti non ha nemmeno senso entrare: troppe alternative senza la possibilità di valutarle tutte. Ho comprato "Veronika decide di morire" di Coelho e l'ultimo di Marc Levy. Quello di Coelho volevo prenderlo già da un po', ma per una ragione o per l'altra, posticipavo sempre il nostro incontro. Ma sono felice di averlo fatto: non potrei essere in un momento più giusto per leggerlo. Non perché ho manie suicide, ma perché ho sempre pensato che Coelho non si possa leggere a caso: bisogna essere ispirati per apprezzarlo davvero. E poi, ho interpretato la frase in copertina come un segno: "Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te.Quello di Marc Levy, invece, è l'ultimo di una lunga serie e non potevo certo farmelo scappare. Nonostante sia narrativa leggera, sono affezionata all'autore e mi piace lo stile che caratterizza i suoi libri. Avevo anche voglia di leggere qualcosa di Wallace e di Miller (Henry, non David il filosofo), ma li ho rimandati alla prossima volta. E poi c'era "Il tao della fisica" di Capra. L'ho sfogliato con tutte le più buone intenzioni del mondo, ma mi sono resa conto che, durante il periodo esami, non c'è posto per la fisica quantistica, sebbene sia spiegata in modo semplice (per quanto sia possibile rendere la fisica semplice) e intrecciata alla filosofia orientale.Nella mia futura (e illusoria) casa avrò una stanza che sarà più o meno come la biblioteca di Anthony Hopkins in "Vi presento Joe Black" o come quella di Rex Harrison in "My fair lady". E' necessario.B.

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