Venezia. Chi di voi non ci è ancora stato? E quanti di quelli che l’hanno visitata se ne sono innamorati?
Io ci sono stata qualche anno fa. Cominciò a piovere e dovemmo presto utilizzare le passerelle, fu un’esperienza particolare. In ogni caso non c’è niente da fare: Venezia merita e incanta.
Il libro di cui vi parlo oggi ha come ambientazione la Venezia del XVI secolo.
AFFRESCO VENEZIANO
Francesco Grimandi
Trama
Venezia, estate 1589. Angela Moro è giovane, affascinante e intelligente. Si offre a chi può permetterselo e il ruolo di cortigiana è solo un mezzo per decidere del suo destino. Matteo Braida è un uomo semplice, energico, che lavora in un piccolo cantiere navale e non nutre particolari ambizioni. Forse per questo si sente a un passo dall’abisso. Un incontro casuale ha il potere di accendere in loro la passione, trascinandoli nella trama di un vasto e oscuro complotto. Una vicenda torbida e densa di colpi di scena. Ma anche il racconto di un amore contrastato e coinvolgente. Uno spaccato ricco di notizie e fonti storiche che vi condurrà in un mondo ineguagliabile per libertà e bellezza.
L’autore
Francesco Grimandi, nato a Modena, classe 1970, si occupa di informatica, ma le sue passioni sono la storia e i misteri. Ha partecipato alle antologie Delos Books “365 Racconti Horror Per Un Anno”, “365 Storie D’Amore”, “365 Storie Di Natale”, e un suo racconto è presente nella raccolta “Science Fiction 70” di Writers Magazine Italia. Ha pubblicato sulle riviste W.M.I., Action, Delos Science Fiction. Il suo primo romanzo di genere avventuroso, “Affresco Veneziano”, è disponibile in formato ebook su Amazon. Non ultimo, un suo breve noir storico è apparso nei Gialli Mondadori.
Recensione
Partiamo subito dal fatto che il titolo del romanzo è assolutamente azzeccato.
L’affresco è una delle più belle manifestazioni artistiche: unisce diverse tecniche e abilità ed è in grado di rappresentare egregiamente un concetto, un sentimento, un luogo, un avvenimento.
Affreschi della Cappella Sistina.
Il libro di Francesco Grimandi è esattamente un affresco di Venezia. Nonostante le vicende vissute dai personaggi, Venezia è la vera protagonista del libro. L’autore ci fornisce un ritratto magico della città di quel periodo, le da vita come se fosse un’entità a sé e questo la rende ancora più affascinante. Anche la natura della laguna è trattata con particolare riguardo. Il lettore si ritrova così a navigare, come su una gondola, tra le meraviglie architettoniche di Venezia e la flora e la fauna del paesaggio.
La gondola è una barca lunga, piatta e sottile, tipica della laguna veneta, ornata di un pettine a prora e talvolta di copertura al centro.
La narrazione è ricca di informazioni storiche ben diluite nella prosa e nei dialoghi. Il registro linguistico utilizzato è adatto all’epoca e vanta un vocabolario vario, ricco. Le arti di ogni genere vivono tra le pagine, grazie anche alle menti brillanti che affollano la città.
Un ulteriore punto a favore deve essere attribuito al libro per la storia d’amore: non è scontata poiché la protagonista femminile, a causa del carattere e del lavoro che svolge, è un personaggio particolare.
Un bel libro, da non perdere per gli amanti della cultura italiana e della storia.
Approfondimenti
Venezia: luoghi d’interesse
Canal Grande, Venezia.
Classici spazi di autocelebrazione della città sono il Canal Grande e la monumentale area marciana: il primo, una sfilata ininterrotta di palazzi (tra i quali il rinascimentale Vendramin-Calergi, la barocca Ca’ Pesaro sede dei Musei d’arte moderna e d’arte orientale, la sfarzosa Ca’ d’Oro, del XV secolo ma rimaneggiata nel XIX, con la pregevole galleria Franchetti, la barocca Ca’ Rezzonico, sede del Museo del Settecento veneziano) che si conclude con la chiesa di Santa Maria della Salute, capolavoro secentesco diBaldassarre Longhena; la seconda, una zona storica vistosamente qualificata dallaBasilica di San Marco, dal Palazzo Ducale e dalla Libreria Sansoviniana, cosiddetta perché edificata (nel XVI secolo) daJacopo Sansovino.
Altro luogo di interesse, oltre al Museo Correr (di fronte alla Basilica), con opere perlopiù di scuola veneta, è nel sestiere di San Marco la gotica chiesa di Santo Stefano (tele di Tintoretto). Nell’adiacente sestiere di Castello sono da citare la vivace Riva degli Schiavoni e le chiese di San Zaccaria e Santa Maria Formosa, entrambe del XV-XVI secolo; ma soprattutto il campo dei Santi Giovanni e Paolo (San Zanipòlo per i veneziani), con l’omonima, grandiosa basilica gotica (XIII-XV secolo) e due bellissime opere rinascimentali del Quattrocento: il monumento equestre aBartolomeo Colleoni e la Scuola grande di San Marco, oggi ospedale civile. Vicina, ma nel sestiere di Cannaregio, è la splendida chiesa rinascimentale di Santa Maria dei Miracoli, mentre più a nord-ovest, in un suggestivo ambiente periferico, si trova quella tre-quattrocentesca della Madonna dell’Orto (dipinti di Tintoretto, che vi è sepolto).
Dall’altra parte del Canal Grande, nel sestiere di San Polo, sono smaglianti episodi della cultura artistica veneziana, tra il XIV e il XVI secolo, la gotica chiesa diSanta Maria Gloriosa dei Frari, con due capolavori diGiovanni Bellini e diTiziano, e la cinquecentescaScuola grande di San Rocco, interamente affrescata e dipinta da Jacopo Tintoretto (1564-1587). A sud, nel sestiere di Dorsoduro, a imporsi all’attenzione è invece la grande pittura: delVeronese a San Sebastiano; di Bellini,Giorgione, ancora del Veronese, Tiziano, Tintoretto e altri grandi maestri alleGallerie dell’Accademia; dei più qualificati esponenti dell’arte moderna e contemporanea nella raffinatacollezione Peggy Guggenheim (tra gli italiani,Giacomo Balla,Giorgio de Chirico,Marino Marini,Gino Severini,Emilio Vedova).
Infine, a chiusura di una rassegna comunque incompleta, vanno ricordati due classici monumenti di Andrea Palladio, la chiesa del Redentore (del 1577-1592) alla Giudecca e quella di San Giorgio Maggiore sull’isola omonima, nonché la bella chiesa dei Santi Maria e Donato (XII secolo) a Murano e l’affascinante complesso romanico di Santa Maria Assunta e Santa Fosca sulla solitaria isola di Torcello. Nel 1987 Venezia e la laguna sono state dichiarate dall’UNESCO patrimonio dell’umanità (WHS).
Fonte: Encarta
La struttura edilizia e urbanistica di Venezia
Oggi tutta Venezia è pavimentata con la trachite estratta dai vicini colli Euganei, ma per molti secoli non è stato così: solo alcuni percorsi – quelli più battuti dal pubblico, e quindi sottoposti a più rapida usura – venivano pavimentati in pietra: il rimanente o era rivestito di mattoni, o era in terra battuta. Del resto, la stessa piazza San Marco mantiene per lungo tempo la sua pavimentazione in cotto, e solo nel 1723 si provvederà a rivestirla in pietra.
Ma anche nei canali vi è una sorta di gerarchia interna, del resto ben rispettata dalla denominazione ancora corrente: ci sono canali e rii, e i primi sono solo i tre maggiori (Canal Grande, della Giudecca e di Cannaregio) e quelli della laguna (che si chiamano tutti canali), mentre i rii sono tutti gli altri, diffusi e ben distribuiti nel tessuto della città. Anche questi vanno visti tuttavia nella loro diversa importanza.
Ve ne sono almeno tre tipi: rii che scorrono semplicemente fra due cortine di case; rii fiancheggiati da un percorso pedonale, chiamato in questo caso fondamenta, e rii fiancheggiati da due fondamenta. E rii con andamento curviforme, organicamente corrispondente a quello dei canali naturali, e altri diritti e regolari, per lo più risultanti da scavi artificiali, o da urbanizzazioni realizzate successivamente attraverso l’imbonimento di velve e barene. Pur nella loro sedimentazione continua, che dura da dieci secoli, riconosceremo abbastanza facilmente i caratteri e i tipi fondamentali dell’edilizia veneziana: case-fondaco, case d’affitto e popolari, palazzi, sono i tipi prevalenti dell’edilizia residenziale. Si noteranno quei singolari espedienti adottati per risolvere i problemi connessi con una edificazione così fitta e intricata: fra questi sono soprattutto frequenti i sottoportici nei casi in cui calli e fondamenta passan sotto a edifici, che si sono formati indipendentemente dalla trama viaria guadagnando spazio ai piani superiori; e assai diffuse le altane, terrazze pensili costruite in legno sui tetti, sulle quali le abitazioni riconquistano la luce e il sole spesso negati dalla fittezza dell’edilizia; mentre non di rado si incontrano edifici con barbacani, grossi mensoloni di legno e talvolta di pietra, che sostengono a sbalzo i piani superiori aggettanti su strade commerciali più larghe e botteghe ben protette ai piani terreni, e che vanno intesi come un espediente tecnico legato a quel processo di intensificazione edilizia cui si è accennato, consentendo lo sviluppo in estensione degli edifici ma salvaguardando la sezione dei percorsi pedonali.