La collaborazione tra Ministero della Sanità e Cooperazione Italiana segna un nuovo traguardo: l’ospedale Esteqlal a Kabul (con un bacino di utenza di più 500.000 persone) e l’ospedale Pediatrico di Herat (cittadina di circa 450.000 abitanti) hanno ora un master plan, nonché tutta la documentazione che definisce in dettaglio i lavori architettonici, strutturali e di impiantistica necessari per la loro riqualificazione.
E non solo, possiedono anche la lista dettagliata delle attrezzature medicali e non, con le relative specifiche, locale per locale, quando le due strutture saranno ultimate.
Un lavoro di sei mesi che ha visto collaborare medici, economisti, architetti, ingegneri, tecnici biomedicali afghani e italiani: esperti inviati dalla DGCS, funzionari del Ministero della Sanità, cooperanti di ONG italiane e gli uffici tecnici delle università italiane e afghane. Sei mesi di vera e concreta attività di “capacity building” dei funzionari degli uffici tecnici centrali e periferici del Ministero della Sanità.
Due giorni fa, tutta la documentazione tecnica è stata consegnata al Ministero che si avvia ora a lanciare le gare per mettere in atto la progettazione. Si procederà a fasi a seconda dei finanziamenti disponibili. La Cooperazione Italiana ha già assicurato circa 1.5 milioni euro per la realizzazione delle prime costruzioni.
In questo primo stadio, gli interventi all’Esteqlal riguarderanno l’abbattimento delle barriere architettoniche e la costruzione di una palazzina che ospiterà radiologia, alcuni laboratori generali e un laboratorio specialistico per la diagnostica dei tumori femminili, oltre agli uffici amministrativi, a una sala conferenze e una d’aspetto e una moschea. Al Pediatrico, invece, si procederà con il reparto di radiologia, la ristrutturazione degli ambulatori, degli spogliatoi, nonché l’ampliamento e l’adeguamento dei servizi e degli impianti generali e l’edificazione delle cucine, dei magazzini, degli spogliatoi e della lavanderia.
L’equipe ha lavorato per fornire un prodotto “modello”: tutte le opere civili sono state ideate con un’ottica di sostenibilità e riproducibilità degli interventi, attraverso tecnologie appropriate e materiali reperibili sul mercato locale. Per esempio, è previsto l’uso di cappotti termici per la riduzione della dispersione del calore e quindi l’ottimizzazione delle risorse energetiche; sono stati inseriti ascensori e rampe di accesso, con l’intento di inserire modelli di buona pratica per l’accessibilità.
Tutte risoluzioni che puntano a migliorare lo standard ospedaliero afghano, tenendo conto del contesto e delle risorse disponibili in loco. Se il Ministero della Sanità riuscirà a trasformare, magari con l’aiuto dell’Italia, queste due importanti strutture seguendo le linee di quanto consegnato, di certo si concretizzerà un utile contributo al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni che fanno riferimento a queste strutture ospedaliere.