Descrizione
Caratteristiche
Piante colpite
Meccanismo di infestazione
Sintomi pianta
La sottrazione della linfa vegetale toglie energia alla pianta, che apparirà debole e appassita. La carenza linfatica impedisce alla stessa pianta di svolgere la fotosintesi, fattore che danneggia anche la colorazione delle foglie, facendole ingiallire, appassire e poi cadere, fino alla definitiva morte della specie vegetale colpita. La sottrazione della linfa rappresenta il principale danno diretto delle infestazioni degli afidi. Economicamente ed esteticamente gravi anche i danni indiretti degli afidi, ovvero quelli provocati dall’inalazione della saliva e dei virus all’interno del tessuto vegetale. I sintomi dei danni indiretti si manifestano con deformazioni, arrotolamenti fogliari e con la formazione di galle. Queste ultime sono dei veri e propri tumori vegetali provocati proprio dalle infestazioni di insetti e parassiti. Le sostanze tossiche assorbite dal tessuto vegetale creano una riproduzione eccessiva delle cellule della pianta, portando alla formazione di escrescenze che danneggiano la produttività e la qualità delle coltivazioni. Altri danni indiretti sono provocati dalla melata( la sostanza zuccherina secreta dagli afidi), che si deposita sulla superficie della pianta e causa ulteriori infestazioni ad opera di funghi, tra cui le fumaggini.
Cause ambientali dell’infestazione
Gli afidi sono degli insetti ormai diffusissimi su qualsiasi specie di pianta. La loro elevata capacità di infestazione è, in parte, provocata dai mutamenti climatici che hanno fatto registrare un costante e sistematico rialzo delle temperature nel corso degli anni. Gli afidi prediligono, infatti, i climi temperati e secchi e trovano la loro collocazione ideale nelle aree mediterranee e nel Sud Italia, dove si assiste a inverni miti ed a clima arido e tendente alla siccità. Gli afidi hanno anche imparato ad adattarsi a condizioni sfavorevoli, come gli inverni rigidi, in cui depositano uova fecondate sulla corteccia degli alberi e in cui prevale la riproduzione sessuata. Nei climi temperati le afidi infestano prevalentemente quelle specie vegetali che si sviluppano proprio con temperature miti, come il carciofo, le rose e le cucurbitacee. Nelle rose, ad esempio, la schiusa delle uova avviene in primavera, mentre nelle cucurbitacee ( melone, zucca, cetrioli, ecc.) l’attacco avviene nei primi giorni di luglio, ad opera delle femmine alate. Queste attaccano anche la pianta del cotone. Altri fattori che stimolano la riproduzione degli afidi, l’eccesso di sostanze nutritive azotate presenti nella linfa primaverile. L’azoto favorisce, infatti, la riproduzione asessuata delle femmine. Un’ulteriore condizione che aiuta lo sviluppo degli afidi, gli eccessivi trattamenti chimici, che causano la nascita di nuove generazioni di afidi sempre più resistenti ai principi attivi dei fitofarmaci impiegati.
Prevenzione
La prevenzione degli attacchi dell’ afide non è sempre facile da realizzare. Tuttavia, specie per le piante dell’orto e del giardino, si possono usare alcuni accorgimenti utili a limitare la comparsa di questo fastidioso insetto. E’ risaputo che le formiche proteggono gli afidi e li trasportano da una pianta all’altra poiché si nutrono delle loro sostanze zuccherine, per cui, se in giardino compaiono le formiche, è probabile che prima o poi arrivino anche gli afidi. La strategia per evitare il conseguente attacco di questi parassiti consiste nell’eliminazione delle formiche, che si possono tenere lontane con antiparassitari naturali a base di ortica. Un’altra tattica preventiva contro le afidi è la pacciamatura, ossia coprire il terreno con un po’ di paglia o con un telo di plastica al fine di determinarne il surriscaldamento, che impedisce gli attacchi dei parassiti e la crescita delle erbe infestanti. Questa tecnica è da evitare se la temperatura è già elevata perché potrebbe far appassire le piante. Nei sistemi di coltivazione agraria, la modifica delle temperature e la riduzione delle sostanze nutritive alla pianta nel periodo estivo, possono dimezzare o azzerare le colonie di afidi.
Lotta
Il controllo degli afidi avviene sia con la lotta biologica che con quella chimica. Quest’ultima non sempre si rivela efficace per via dell’elevata resistenza sviluppata dalle generazioni di afidi che man mano vengono messe al mondo. Gli antiparassitari chimici usati per gli afidi sono il Thiaclorid,
l’ Acetamiprid e il Thiamethoxam. Da alcuni studi sperimentali condotti dalle case produttrici di fitofarmaci e antiparassitari, sembra che solo il Thiaclorid si sia rivelato efficace per prevenire la ricomparsa di afidi nelle piante attaccate leggermente, mentre in quelle con infestazione grave, il prodotto è risultato efficace per l’85% degli afidi. Gli altri due antiparassitari non hanno avuto gli stessi risultati, combattendo solo il 60% degli afidi infestanti. Migliori risultati si riscontrano con la lotta biologica che si serve di predatori naturali degli afidi, come le coccinelle, la crisopa, larve di ditteri, neurotteri, imenotteri, varietà di cimici e alcune specie di uccelli, come rondini e capinere. Gli afidi si difendono dai predatori usando dei tubi chiamati sifoni che secernono una sostanza fluida in grado di paralizzare gli arti e la bocca del predatore. La lotta più efficace contro gli afidi è, dunque, quella integrata, usando in combinazione antiparassitari e predatori naturali. Gli antiparassitari devono contenere principi attivi selettivi, cioè specifici per le afidi, e non vanno mai usati in via preventiva, ma solo dopo la comparsa dell’infestazione.