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Afra Crudo con l’Ultima madre in Anteprima a Spazio Tadini martedì 12 marzo 2013: linguaggio corporeo, danza butoh e teatro.

Creato il 06 marzo 2013 da Spaziotadini
tecnica-su-juta-app-su-tela60x120- 2003

Isa Locatelli, Caos-separazione, tecnica su juta, app-su tela, 60×120, 2003, Spazio Tadini

Tra le opere in mostra di Isa Locatelli, martedì 12 marzo 2013, andrà in scena lo spettacolo L’ultima madre di e con Afra Crudo. Tra la composizione dei materiali delle opere, che si mescola alla ricerca pittorica per dare a chi guarda un dimensione nuova delle cose e del loro significato, l’occhio degli spettatori potrà soffermarsi su la straordinaria forza magnetica del linguaggio corporeo di Afra che riesce a far risuonare l’aspetto più profondo e oscuro di quella vicenda umana…”

Una donna anziana, rinchiusa in un mondo angusto e opprimente, è portata a vivere ricordi, memorie sepolte, stati di coscienza, fantasmagorie e deliri in una trasformazione continua da una figura a un’altra. Il succedersi delle metamorfosi scaturisce da un dialogo interno che trova la sua logica in una dimensione stregonesca.

AfraCrudo-Spazio-Tadini

Afra Crudo, L’ultima madre

Con questo lavoro Afra Crudo, autrice e regista dello spettacolo in Anteprima a Spazio Tadini e in Prima Nazionale al Teatro Sala Fontana di Milano dal 23 al 25 maggio 2013 – si è proposta di portare alla luce e ripercorrere attraverso il suo vissuto infantile, con gli occhi della bambina che fu, luoghi, eventi, situazioni legati a quello che è ormai un mondo dimenticato e scomparso: il mondo di sua nonna. Un universo povero, contadino, una certa cultura patriarcale e repressiva di preclusione agli orizzonti del mondo [...]

PROGRAMMA DELLA SERATA:

dalle ore 18:00 APERITIVO mortadella e champagne

ore 19:30 SPETTACOLO

L’ultima madre

concept e regia Afra Crudo

di e con Afra Crudo

scene Associazione Terra del fuoco Silvia Moro e Antonella Spina

musiche e arrangiamenti sonori a cura di Giampaolo Verga, Andrea Miranda e Afra Crudo

luci Nicola Righetti

tecnico luci Beppe Sordi

commento di Giampaolo Verga

Il lavoro di Afra Crudo mi riporta alla mente le parole di Peter Szondi sulla poesia Engfuehrung di Celan: “Il testo stesso rifiuta di porsi al servizio della realtà, di continuare a giocare il ruolo che gli si assegna a partire da Aristotele“. La poesia cessa di essere mimesis, rappresentazione: diventa realtà. Realtà poetica, beninteso, testo che non segue più una realtà, ma si progetta esso stesso, si costituisce in realtà.
Anche L’ultima madre –con le sue figure davvero “borderline”, polivalenti e ambigue fino all’ibrido, ma nello stesso tempo precise, messe a fuoco fin nei minimi dettagli- ci conduce nella sua “landa”, a volte desolata, a volte onirica o stregonesca. Niente a che vedere, però, con il mondo autoreferenziale dell’art pour l’art. All’origine di questo lavoro c’è l’esistenza tragica di una donna e il suo rapporto angoscioso fino al delirio con la questione del dolore e del male, sia patito che inflitto; formidabile è nello spettacolo la compenetrazione vittima/carnefice. [...]


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