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Africa-Cina / Una "love story" destinata forse a calare

Creato il 24 aprile 2012 da Marianna06

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Sembrerebbe dalle ultimissime indiscrezioni, sufficientemente fondate, che l’intesa d’amorosi sensi, che un tempo, non troppo lontano, legava i governanti africani al soldo profumato degli investimenti cinesi , in Africa, non sia più la stessa.

Gli africani, anche se all’Occidente piace raffigurarseli, ancora oggi, con l’anello al naso, non sono affatto degli sprovveduti.

 E cioè prendono se c’è da prendere ,come fanno tutti. E danno, com’è naturale che sia, in un normalissimo e corretto scambio.

 Ma sono ormai in grado di guardare in prospettiva e di non lasciarsi più abbindolare. E ciò vale ,in particolare, per la sua classe politica, di solito piuttosto attenta, avida e rampante, con pochissime eccezioni.

Sta di fatto che i cinesi in Africa, come anche nel resto del mondo, specie lì dove il bottino è agevolmente praticabile, sono a caccia di materie prime e di risorse strategiche, indispensabili alla propria ascesa economico –politico -finanziaria.

Non praticano certo – è chiarissimo – beneficenza .Altrimenti lo farebbero a casa propria, dove ce n’è un grande bisogno accanto alla totale assenza del rispetto dei più elementari diritti umani.

 E questo gli africani lo sanno bene ma “pecunia non olet”.Mai.

Al di là del classico petrolio, dell’ uranio e del gas naturale anche il rame, che nello Zambia abbonda nel sottosuolo e che tempo fa aveva avuto un vistoso calo di mercato, interessa, guarda caso, il “dragone” di continuo affamato.

Infatti,  in meno che si dicesse, i cinesi arrivano a Lusaka, tempo addietro, con i loro ingegneri, i loro tecnici e  le loro maestranze. Cinesi, naturalmente.

E di questo ne approfitta, che non è molto, il candidato-presidente, oggi presidente a tutti gli effetti dello Zambia, dopo una campagna elettorale svolta tutta esclusivamente in chiave anti-cinese.

Ma quali,a suo tempo, le argomentazioni di Michael Sata?

La colonizzazione cinese non paga-egli sosteneva e continua a sostenere oggi.

Erano preferibili- diceva Sata nei suoi pellegrinaggi elettorali di villaggio in villaggio - gli antichi colonizzatori, che ci fornivano in cambio dello sfruttamento almeno educazione e sanità .

Sia pure-aggiungeva e aggiunge  –alla loro discutibile maniera.

E questo populismo, ovviamente ben gestito, ha finito col pagare.

 Infatti Michael Sata vince la sua battaglia elettorale sul candidato avversario.

Ma sentimenti anti-cinesi non hanno avuto buon gioco solo in Zambia.

La vera autentica “patata bollente” per i cinesi è attualmente, ad esempio, quella che essi si ritrovano in Sudan.

A Karthoum tutto ciò che c’è di modernissimo, sofisticato e stupefacente, architettonicamente parlando (grattacieli avveneristici-hotel- residences) e sopratutto in materia di “consumi” ostentati, è opera dei cinesi che, in cambio del petrolio sudanese “pro domo sua” , hanno dato protezione massima ad al Bashir, ricercato per crimini contro l’umanità dal Tribunale Penale Internazionale de L’Aja e appoggiato la sua sporca politica, fatta di vessazioni, contro il Sud del Paese .

I cinesi, però, mai  si sarebbero aspettati la nascita del Sud-Sudan e che Juba chiudesse poi energicamente i rubinetti del petrolio, che per giungere a Karthoum dovrebbe, di necessità, passare attraverso gli oleodotti costruiti dai cinesi.

Un problema, quest’ultimo che si è venuto a creare,e di non facile soluzione per nessuno.

Né per il nord del Sudan, che vede improvvisamente impoverita la sua economia.

Né per il Sud-Sudan, il nuovo Stato che, non avendo sbocchi, non sa come e dove convogliare il suo petrolio.

Né per  i cinesi che si trovano in male acque.

Ora i cinesi ultimamente sono  sbarcati in Niger e sono ovviamente presenti in tantissimi altri Paesi africani.

Ma quanto durerà ?

Qualcosa si muove esattamente in direzione opposta perché le altre potenze, a livello mondiale, Europa e Usa in primis, non se ne stanno certamente a guardare.

E gli "sgambetti" in politica internazionale sono una consuetudine.

  

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

  

Africa-cinese

 


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