La scopa corta rappresenta la dignità del Rwanda. Per vedere la relazione fra la dignità e una scopa, bisogna risalire nel tempo. I clan rwandesi si distinguevano per la collina sulla quale abitavano, per esempio Agasozi k’Abasindi, la collina del clan Abasindi. E un clan era rispettato soprattutto per la sua pulizia. Se volevate sposarvi, non andavate a cercare moglie su una collina sporca. Sporca la collina, sporca la moglie. Allo stesso modo, se andavate su una collina e volevate vedere il capo del clan, cercavate “la casa che ha conosciuto molte scope”. La famiglia della casa più pulita era la più rispettata, proprio come il clan della collina più pulita. Se oggi i Rwandesi sembrano ossessionati dalla pulizia, non è che si siano messi in testa di competere con Zurigo o Stoccolma. Dipende dal fatto che tutto il paese sta facendo un gigantesco sforzo per riscoprire i valori degli antenati. Valori travolti dall’arrivo dei bianchi.
Apprezzando la scopa corta, i Rwandesi riscoprono uno di questi valori. L”insieme dei valori li aiuta a spazzare via i loro problemi. Dopo essersi coperti di vergogna offrendo al mondo lo spettacolo di uno dei più terribili genocidi della storia, oggi i Rwandesi offrono pulizia e sicurezza. I forestieri non riescono a credere che da noi si può andare tranquillamente a spasso 24 ore su 24, perché spesso a casa loro non se lo possono permettere. Mostrandosi puliti e presentabili, i Rwandesi vogliono spazzare via la vergogna che li ha marchiati come un popolo maledetto.
La prossima volta che andate a fare una passeggiata mattutina, fermatevi ad ascoltare il canto sommesso della scopatrice. Piegata in due, sta tessendo le lodi della corta scopa che passa e ripassa sul lastrico, sull'asfalto e anche sulla polvere. E’ un’umile spazzina ma riveritela come una regina. Nella sua mano callosa stringe Agaciro, l’onore del Rwanda.
Dragor