Internet è la summa del bene e del male. Ci trovi di tutto, così come trovi di tutto nella vita fisica, ma ci metti pochissimo tempo. Le distanze si accorciano, le parole percorrono infinite distanze, scritte da saggi o ciarlatani, che a volte hanno un nome e un viso e ti dicono dove vivono e cosa fanno, altre volte si nascondono dietro ad un nick, come, per ora, sto facendo io, e allora non sai mai se quello che scrivono è vero o se si tratta di parti della fantasia.
Libertà nella legalità. Facile da dire, difficilissimo da ottenere. Bisogna definire i confini di questo mondo infinito o, perlomeno, tracciare mappe etiche che tutelino i naviganti. Non sarà facile. Sono talmente ignorante in materia che non posso ancora formulare la mia opinione in merito. Quello che so però è che il provvedimento di censura di cui parlano tutti in questi giorni e che sta scatenando la rivolta sul web mi ricorda tanto i roghi dei libri. Bruciare contenuto fisico, cancellare contenuto digitale, come se facendone sparire ogni traccia si possa eliminare anche il pensiero che ha generato questo contenuto. Possibile che non ci siano altri modi? Pensateci su ancora un attimo, informatevi, provate a capire meglio cosa volete e dovete proteggere, chi sono le persone che popolano internet e cosa stanno facendo. C’è ancora tempo per elaborare una soluzione più democratica e illuminata.
Ci sono tanti modi per dire no: qui oppure qui o ancora qui o in tanti altri luoghi.