L'Agente Peggy Carter torna in azione dopo una riuscitissima prima stagione. Location diversa, nuovi villain, qualche comprimario in più... ma riuscirà la serie Agent Carter a essere dello stesso livello qualitativo?
Fabio Mucci è un superappassionato di fumetti (di ogni tipo, ma prevalentemente Marvel) e, di conseguenza, di cinefumetti. Ciò nonostante non disdegna il cinema d'autore. È un patito di GTA e sebbene non sia interessato al calcio, passa le ore a giocare a Fifa. Gestisce una pagina sui cinefumetti su Facebook: visitatela!
Lo scorso anno Agent Carter - una delle serie tratte da comics meno attese dai fan - è risultata, contro ogni pronostico, un piccolo gioiello, una vera e propria sorpresa che ha appassionato il pubblico di tutto il mondo. Un successo talmente inaspettato che la ABC - il network statunitense che la manda in onda - ha deciso di darle una seconda stagione, nonostante fosse stata pensata e costruita come "miniserie auto-conclusiva". E, dunque, eccoci a parlare di questa seconda stagione che ritrova la nostra Peggy Carter in azione con una location differente (dall'oscura New York alla soleggiata Los Angeles), con qualche comprimario in più e nuovi villain. Ma il livello qualitativo sarà rimasto invariato? Cerchiamo di dare una possibile risposta dopo aver visionato i primi episodi...
IL RITORNO DI CARTER
E' passato un po' di tempo dagli eventi della prima stagione: Peggy Carter continua a lavorare per l'S.R.R. insieme al nuovo capo, Thompson. Dopo svariati tentativi, Carter riesce, finalmente, a catturare Dottie Underwood, la spia russa fuggita tempo prima; ma nemmeno il tempo di interrogarla che la nostra Peggy viene chiamata a Los Angeles dal suo collega Sousa, per risolvere un nuovo delicatissimo mistero che coinvolge materie oscure e la Isodyne, una società gestita da Calvin Chadwick, un losco candidato al senato. Sembra essere lui la minaccia numero uno dell'S.R.R. e dell'agente Carter ma, in realtà, il volto del male, stavolta, è Whitney Frost, la giovanissima e bellissima moglie di Chadwick, un'attrice sotto copertura e mente dietro tutti i migliori progetti della società del marito. Riuscirà la Carter a fermare i loro piani?
MADAME MASQUE
Nel 2015 Agent Carter si affermò come una delle migliori serie tratte da comics. Ora, in un mondo popolato da serial acclamati come Daredevil e Jessica Jones, bisogna essere molto competitivi per essere almeno presi in considerazione. E, purtroppo, almeno da questi primi episodi, la seconda stagione del serial targato ABC sembra essere leggermente più sottotono rispetto alla prima, con una voglia di adagiarsi sugli allori da parte delle showrunner che, di certo, non aiuta. Questi primi episodi sembrano quasi un voler costantemente spingere l'acceleratore sulle cose che il pubblico ha apprezzato di più lo scorso anno; per questo le scenette tra Peggy e Jarvis che, in passato erano simpatiche e ben amalgamate, qui iniziano ad essere eccessive e a stonare con il resto. E' un vero peccato perché il duo Carter-Jarvis qui inizia a sembrare più una parodia di sé stessa.
Sottotono, almeno per ora, anche i villain della storia: mentre Dottie Underwood riesce a rubare la scena nello straordinario prologo di inizio stagione, Chadwick e sua moglie Whitney Frost sembrano essere un pallido tentativo di fare qualcosa di diverso ma che, attualmente, non riesce a bucare lo schermo. Sebbene le showrunner abbiano affermato che la Frost non indosserà la sua tipica maschera e non diventerà Madame Masque, tutto sembra, al contrario, suggerire che ci stiamo dirigendo in quella direzione; a meno che le creatrici non abbiano optato per una scelta più infelice e deludente.
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