Il film è il primo dei sette che vedono protagonista Roger Moore nei panni dell'agente segreto più famoso e amato del mondo: James Bond. Partiamo dal fatto che io ritengo che il miglior Bond sia stato Sean Connery, con quell'aria strafottente, seducente e dannatamente sicura di sè. Al secondo posto piazzo Daniel Craig che è riuscito a svecchiare la serie e allo stesso tempo a dare nuova linfa vitale al suo personaggio, ormai quasi danneggiato da interpretazioni che lasciavano molto a desiderare (Timoty Dalton e Pierce Brosnan). Tornando a Roger Moore e a questo film MOOOLTO anni 70, devo dire che il mio commento a caldo è stato un sorriso di commiserazione. Non so se sia solo una mia impressione ma a me il sir Moore mi ha sempre dato l'idea di un nonnetto anche alla giovane e contenuta età di 30 anni. Sarà la pettinatura, sarà quell'espressione da bassethound dallo sguardo ceruleo, sarà quel beige nell'abito, fatto sta che in me ha sempre suscitato più pena che ammirazione. Se negli 007 di Connery la chiave ironica era un elemento presente ma non predominante, nei film interpretati da Moore diventa l'unico elemento presente a scapito dell'azione e della suspence. Per carità in questo film sono presenti scene veramente divertenti ma forse un po' troppo per il genere spionistico. Mi riferisco soprattutto al modo in cui Bond scappa dai coccodrilli, a tutta la sequenza ridicola con protagonista lo sceriffo e infine alla morte dei due ultimi nemici. Passando alla trama, io non ho capito praticamente niente tranne il fatto che al centro ci fosse traffico di droga. E' chiaro che è predominante l'influsso del genere di cui ora mi sfugge il nome che vede al centro della scena solo attori di colore e che era molto in voga proprio negli anni 70. Da annotare anche la presenza davvero poco pregnante di Jane Seymour la signora del west che in questo caso svolge il ruolo di Bond Girl.
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