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Agenzie letterarie: intervista all'Agenzia Letteraria Internazionale

Creato il 14 ottobre 2010 da Sulromanzo
Agenzie letterarie: intervista all'Agenzia Letteraria InternazionaleDi Morgan Palmas
Le agenzie letterarie, un incontro con l'Agenzia Letteraria Internazionale
Quando è nata l’agenzia e chi sono i fondatori?
L’Agenzia Letteraria Internazionale è stata fondata nel 1898 da Augusto Foà, a cui si affianca, in seguito, il figlio Luciano (il futuro fondatore di Adelphi); fu sviluppata poi a partire dal secondo dopoguerra da Erich Linder e rilevata da Donatella Barbieri nel 1988. È una delle più antiche e importanti agenzie letterarie. Da oltre un secolo contribuisce attivamente alla vita culturale promuovendo la diffusione della letteratura straniera nel nostro Paese, e diffondendo in Italia e all’estero le opere degli autori italiani. L’ALI è l’agenzia di grandi scrittori italiani e stranieri
Quali tipi di servizi offrite?
L’Ali rappresenta in esclusiva in Italia editori e agenzie straniere, e rappresenta in Italia e all’estero decine di scrittori italiani. Per quanto riguarda i clienti stranieri, l’ALI valuta e propone agli editori italiani le opere pubblicate dagli editori o trattate dalle agenzie letterarie nei rispettivi Paesi. L’ALI rappresenta in esclusiva in Italia e nel mondo molti scrittori italiani (la lista dei rappresentati è sul nostro sito): si fa carico di tutto ciò che attiene la loro attività letteraria seguendo la vita di ogni libro passo per passo. D’accordo con lo scrittore, sceglie gli editori a cui proporre i libri, conduce le trattative, stipula i contratti, controlla i rendiconti di vendita e i pagamenti dovuti, fornisce un’assistenza editoriale e amministrativa, propone le sue opere pubblicate in Italia agli editori stranieri, instaura con lo scrittore un rapporto professionale e umano molto stretto, si prende cura di lui, lo tutela, lo valorizza.L’ALI vende inoltre ai produttori cinematografici e televisivi i diritti delle opere degli scrittori che rappresenta. L’ALI cerca di proporre agli editori italiani voci nuove (italiane e straniere) del mondo della scrittura, attraverso un’intensa attività di scouting in Italia e all’estero.L’ALI propone anche un accurato servizio di valutazione dei testi inediti.Per maggiori informazioni : www.agenzialetterariainternazionale.com
Come vi sembra il mondo delle agenzie letterarie italiane?
Molto variegato, ci sono agenzie piccole e grandi, serie e poco serie, e alcuni che si improvvisano agenti senza averne la struttura, le capacità e l’organizzazione. Inoltre alcune agenzie sono più specializzate sull’estero mentre altre sugli scrittori italiani. Non sono molte quelle che possono vantare una struttura che spazia a tutto tondo in Italia e all’estero.
Si possono fare confronti positivi per esempio con i paesi anglosassoni oppure il nostro paese è anche in questo più lento ad assimilare una certa professionalità?
Direi che ormai la figura dell’agente letterario si è affermata anche qui da noi, sia pure con un ritardo di decenni rispetto al mondo anglosassone.
Se è vero che in Italia vi sono più scrittori che lettori, è corretto pensare che un’agenzia letteraria possa essere un settore redditizio?
Fare l’agente può essere una professione redditizia purché l’agente sappia combinare fiuto, estrema correttezza (l’agente svolge un lavoro fiduciario, rappresenta gli interessi dei suoi clienti), professionalità, una buona conoscenza del mondo editoriale e dei suoi meccanismi, curiosità e attenzione per tutto ciò che si profila all’orizzonte.
Frequentate altri agenti oppure le relazioni professionali sono perlopiù rivolte agli autori e alle case editrici?
Frequentiamo altri agenti quando le circostanze lo richiedono e quando lo scambio di informazioni può essere utile al nostro lavoro e ai nostri clienti. Le relazioni professionali sono maggiormente rivolte alle case editrici, agli agenti stranieri che rappresentiamo e agli scrittori.
Su 100 manoscritti inediti che ricevete quanti sono apprezzabili? È possibile rivelare una grossolana statistica in tale senso?
Dopo 10 anni che abbiamo istituito il servizio di valutazione e dopo aver esaminato almeno un centinaio di dattiloscritti all’anno posso dire che quelli interessanti non sono più dell’1-2 % circa e di questo 1-2 % non tutti hanno trovato un editore.
Quali sono gli aspetti negativi per un’agenzia letteraria?
Non direi che ci siano aspetti negativi, semplicemente (ma come per tutti i lavori, credo) non si può mai perdere di vista il “nuovo che avanza” (nuove tecnologie, nuovi editori, nuove tendenze, nuove aree geografiche che diventano interessanti e così via): è uno degli aspetti interessanti di questo lavoro, ma occorre esercitare sempre una grande attenzione ed essere sempre curiosi di tutto.
Quale consiglio dare a un esordiente alla ricerca della pubblicazione?
Rivolgersi a una buona e seria agenzia letteraria e con umiltà, eventualmente, sottoporsi a una spietata valutazione: non può che giovare un parere professionale, spassionato e sincero.

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