Professioni tecniche, la nuova frontiera dell’aggiornamento è la rete: la formazione professionale online sta assumendo ormai un aspetto preponderante all’interno del sistema complessivo nel nostro paese. Ma la “prua” dell’innovazione non riguarda solo la tecnologia.
C’è infatti una novità di rilievo in merito a questo tema: d’ora in avanti un corso di formazione obbligatoria per gli iscritti all’albo degli ingegneri sarà utile anche per la formazione di geologi, geometri, architetti o chimici. È infatti in arrivo dalla Rete delle professioni tecniche (RPT, network professionale di cui fanno parte nove categorie, tra cui anche architetti, ingegneri, geologi) un regolamento unificato che consente di offrire agli iscritti una formazione e un aggiornamento interdisciplinare.
Ma qual è l’obiettivo di questo regolamento? Certamente va ravvisato nella comune volontà di sviluppare ed amplificare le sinergie tra le tra le nove professioni tecniche. Il tutto in un’ottica complessiva che mira da una parte a favorire la collaborazione nell’ambito dello svolgimento e dell’organizzazione di attività culturali e scientifiche di interesse comune. E dall’altra ad ottimizzare le risorse, risparmiando in maniera intelligente.
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A tal riguardo non bisogna dimenticare che è proprio il d.P.R 137 /2012 di riforma degli ordinamenti professionali a prevedere, contestualmente all’ineludibile obbligo di formazione professionale ( con annesso sistema dei crediti), la possibilità di stabilire “crediti formativi professionali interdisciplinari tra due o più professioni, su materie in comune”. In tale direzione sono i vari consigli professionali nazionali a definire concretamente il valore dei crediti interdisciplinari mediante regolamenti comuni multilaterali.
È pertanto questa la base normativa che consente alle categorie che fanno riferimento alla Rete professioni tecniche di emanare questo regolamento unico: mutuo riconoscimento delle attività e aggiornamento interdisciplinare sono pertanto i due fondamentali raggiungimenti che affiorano da tale scelta. In tale direzione l’attribuzione del credito formativo seguirà il sistema di formazione dell’ordine a cui fa è iscritto il professionista e non quello della categoria professionale che organizza il corso di formazione.
Che dire, quella contenuta nel nuovo regolamento comune delle professioni pare una scelta corretta sia a livello sostanziale (una formazione interdisciplinare non può che far bene al professionista) sia a livello di opportunità (con maggiori possibilità per i professionisti di essere aggiornati e di acquisire crediti formativi).
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