E’ risaputo, in Italia c’è sempre da mangiare. Lo sappiamo bene. Raramente succede che non si riesca a infilare un ospite, magari dell’ultimo minuto, ad una tavola, “vieni vieni, che c’è da mangiare per tutti”, quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase? Quasi un mantra sulla bocca Italiana. La politica non è differente. C’è sempre posto per tutti, soprattutto se i tutti favorisco la navigazione, seppur precaria e a vista, di un governo che ormai (e se ne convincano gli ultimi ostinati) non ha più molto da offrire, sempre che ne abbia avuto prima. La nomina fresca fresca dei nove sottosegretari ne è la dimostrazione. In questa mano politica Berlusconi è costretto anche a palesare, ancora una volta, quanto il suo governo non sia autonomo, ma dipenda quasi totalmente dai ricatti e dagli umori di altre forze politiche. Basti vedere la richiesta dei responsabili e di alcuni migrati da Fli verso le spiagge del cavaliere, che hanno subito colto l’occasione per chiedere ulteriori nomine oltre le nove appena destinate. Berlusconi ne ha promesse altre 10, quindi 19 in tutto. Un prezzo che sicuramente il presidente del consiglio è disposto a pagare, correndo il rischio, pur di non vedere affondato il suo esecutivo. E mentre la tavola al cospetto del premier si riempie di avidi, affamati e discutibili personaggi gli Italiani fanno sempre più fatica a pronunciare quella frase: “vieni vieni, che c’è da mangiare per tutti”.
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