A piedi lungo le
vene rosse che ti hanno disegnato,
che circondano i confini della lune marroni
che porti nel sonno in regalo
-
agli sfollati dei sogni
(ci sono sempre eserciti di disperati
nei sogni dei poeti)
-
che bevono da mani pallidissime
e amano sentirsi sussurrare:
“Mazel Tov”.
-
E faccio il viandante
senza Virgilio e senz’ali,
in queste ore senza orologio.