Ho scoperto il ricco filone di Eugenio Turri attraverso un altro libro: Il grigio oltre le siepi.
Non mi è piaciuto granchè, Turri è lontanissimo da una scrittura brillante e icastica, come ad esempio quella di Vito Teti, o per citare esempi più famosi ma non per questo più profondi, Piovene, Rigoni Stern, Guareschi.
Mi sembra che il mondo sia strano: perchè io che studio il paesaggio devo studiare quello veneto e i veneti non studiano quello calabrese?
Mah.
E’ un libro per chi vuole riscoprire le proprie radici, va’, per usare una terminologia alla tg di costume, ma non è esente da speculazioni.
Io ad esempio ho imparato che negli anni ’40, nella collina veneta si stava quasi come sulle montagne calabresi, e che negli stessi anni, il mio paese, Siderno, era molto più ricco e florido delle ville venete descritte. Era un paese più bello, più grande, più commerciale, più aperto, più acculturato, più pulito, più accogliente e meno classista.
Poi dicono che noi siamo quelli “arretrati”.
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