Anno 2009
Durata 128
Origine USA, SPAGNA
Colore C
Genere DRAMMATICO, STORICO
Produzione HIMENÓPTERO, MOD PRODUCCIONES, TELECINCO, CINEBISS
Regia
Alejandro Amenábar
Attori
Rachel Weisz Hypatia
Max Minghella Davus
Oscar Isaac Orestes
Ashraf Barhoum Ammonius
Michael Lonsdale Theon
Rupert Evans Synesius
Richard Durden Olympius
Sami Samir Cyril
Manuel Cauchi Theophilus
Homayon Ershadi Aspasius
Oshri Cohen Medorus
Harry Borg Prefetto Evagrius
Charles Thake Hesiquius
Yousef 'Joe' Sweid Peter
Amber Rose Revah Sidonia
Clint Dyer Hierax
Soggetto
Alejandro Amenábar
Mateo Gil
Sceneggiatura
Mateo Gil
Alejandro Amenábar
Fotografia
Xavi Giménez
Musiche
Alejandro Amenábar
Scenografia
Guy Dyas
Arredamento
Larry Dias
Costumi
Gabriella Pescucci
Effetti
Chris Reynolds
Trama:
Ad Alessandria d'Egitto, sotto la dominazione romana nel quarto secolo dopo Cristo, l'astrologa e filosofa Hypatia lotta per salvare il sapere del suo antico mondo. Nel frattempo, il suo schiavo Davus è combattuto tra l'amore per la padrona e la possibilità di guadagnare la libertà unendosi al Cristianesimo.
Critica "'Agorà' è un duro atto di accusa contro i fondamentalismi religiosi, tutti, nessuno escluso. Nell'Alessandria d'Egitto del IV secolo d.C., provincia remota di un impero romano in disfacimento, le scintille tra tre gruppi religiosi, cristiani, ebrei e seguaci del culto pagano di Serapide, sono continue, fazione nemiche come hooligans da stadio si massacrano a colpi di pietre e bastoni." (Alessandra Magliaro, 'La Gazzetta del Mezzogiorno', 18 maggio 2009)
"È uno spazio teatrale, l'agorà, il luogo dove Amenabar concentra azione e pensiero, mentre le scene di massa sono elaborate al computer. E nei meravigliosi interni della biblioteca, dove statue e papiri, bassorilievi e arazzi saranno devastati dalle orde cristiane. Religione come pretesto di sopraffazione, come ora, al servizio del potere. L'ultimo ostacolo sarà Hypatia, la donna che «parla», che insegna agli uomini. Lei che osserva il cielo e traccia nella sabbia le parabole celesti. Anche il devoto Oreste dovrà piegarsi alla legge della curia che ha declassato le donne a sottospecie umana, e l'innamorato Davus alla furia assassina dei parabolani, Hypatia invece non si piega, conferma la sua laicità. Nel marzo del 415 viene trascinata al tempio, denudata e uccisa. È la mano di Davus, incapace di ribellarsi a un'altra schiavitù, che la soffoca prima che gli incappucciati di Cristo la massacrino a colpi di pietra. Il corpo di Hypatia straziato come la Biblioteca di Alessandria in un ripetersi di incendi che non si fermano." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 19 maggio 2009)
"Lo sdegno dello scandalo facile è tutto di Lars Von Trier e nella solita atmosfera drogata da festival non ci si è resi conto che il film veramente dirompente e politicamente scorretto arriva da Alejandro Amenabar. (...) Non c'è solo questo, lo spagnolo di nascita cilena Alejandro Amenabar in 'Agora' non racconta solo questa storia, ma anche il contesto in cui si sviluppò. Alessandria, negli ultimi anni di dominazione romana, viene "invasa" dai cristiani e subisce uno squasso di cui ai giorni nostri si cela spesso la consistenza. La prima rivolta in nome di Gesù Cristo consegnò loro le chiavi della città e la testa dei pagani neoplatonici, la minoranza ebraica per il suo quasi totale sterminio dovette aspettare il Patriarca Cirillo. Il cineasta affronta queste tappe alternandole alla vita di Hypatia (bravissima Rachel Weisz), ai suoi insegnamenti filosofici e scientifici prima e alle sue ricerche astronomiche dopo, mostrandoci la sua indipendenza ostinata e coraggiosa. Lo fa mostrando come i conflitti di culture, civiltà e religione spesso passino sul corpo delle donne (lei, anticipando i tempi dell'Inquisizione, viene definita strega) e come la storia si ripeta. Lo fa cercando le verità nascoste della Chiesa (altro che Dan Brown) e rilevando l'attualità di questa vicenda.
La crisi dell'impero romano è troppo simile a quella dell'imperialismo americano, Hypatia messa di fronte all'abiura rifiutata assomiglia troppo a Giordano Bruno e Galileo, il fanatismo delle gerarchie ecclesiastiche sono un antenato dei teo-con e del Ratzinger pensiero. Ed è così chiaro l'attacco che Amenabar, con una scena geniale a doppia velocità, affida ai cristiani la colpa dello scempio e della scomparsa della Biblioteca d'Alessandria (in verità oggetto di molteplici attacchi di varia provenienza). Niente male in tempi in cui definirsi laico, ateo o solo agnostico sembra essere diventata una colpa pubblica e privata." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 19 maggio 2009)
Note - PRESENTATO FUORI CONCORSO AL 62. FESTIVAL DI CANNES (2009).