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La morte di un uomo è sempre un fatto gravissimo e irrimediabile per questo AIDAA esprime le proprie condoglianze alla famiglia del signor Profeta. Ma allo stesso tempo chiede che i cani siano salvati e rieducati e non siano soppressi. Non è con l’uccisione dei cani che si risolve il problema ma con l’educazione alla loro gestione e con un piano importante contro il randagismo che parta proprio dalla Sicilia con una massiccia campagna di sterilizzazione dei -andagi e di controllo degli animali sul territorio.
Non è con una nuova legge o con “tavolini istituzionali” che si affrontano e si risolvono i problemi ma con fondi strutturali che permettano la riduzione del proliferare dei cani randagi e questo può avvenire solo attraverso una sterilizzazione di massa e per quanto riguarda invece la gestione dei cani da parte dei loro proprietari, specialmente se si tratta di cani di grossa taglia è fondamentale che si istituisca il patentino obbligatorio per coloro che li posseggono e che le forze dell’ordine e quelle preposte ai controlli non si sottraggano a tali compiti e che coloro i quali non ottemperano le disposizioni di legge in materia di tenuta degli animali (compresi i corsi di educazione comportamentali) devono essere sanzionati. Quindi questa morte non sia vana. Non si risolva tutto uccidendo due cani ma serva per aprire una volta per tutte un confronto serio tra le autorità veterinarie, politiche ed istituzionali perché venga applicata in maniera rigorosa la normativa nazionale e regionale contro il randagismo e vengano praticati i controlli a tappeto sulla gestione dei cani di grossa taglia da parte di proprietari a volte incapaci di gestire questi animali.
Associazione Italiana Difesa Animali Ambiente
Per info 3478883546-3926552051