«Tutto nasce - spiega il presidente Alfredo Ricucci - dal progetto proposto due anni fa e finanziato dall’ex Agensud: siamo arrivati ottavi su 22 partecipanti al bando, possiamo adesso fare affidamento su un finanziamento di 300 mila euro». Un «tesoretto» dal quale ora si può ripartire per convincere i produttori, innanzitutto, ad aderire al consorzio «Igp».
«Oggi ne abbiamo iscritti 42 - dice Ricucci - ma potrebbero essere molti, molti di più. Basti pensare che le coltivazioni sono rimaste, anche se sono di piccola pezzatura fra i territori di Rodi, Ischitella e Vico del Gargano. Potenzialmente possiamo fare affidamento su circa 800 ettari e una produzione di 20mila quintali. Ma dobbiamo fare di più per rilanciare un prodotto unico». Stamane (ore 10, hotel Villa Americana) la presentazione del progetto alla presenza del commissario dell’ex Agensud, Roberto Iodice e del sindaco Nicola Pinto. Il piano del consorzio prevede una «robusta campagna informativa per pubblicizzare il nostro prodotto - aggiunge il presidente del consorzio - la realizzazione di un vivaio, sanificazione delle piante. Proponiamo ai produttori - dice - prezzi vantaggiosi: 70-80 centesimi di euro al chilo contro i 20 centesimi di mercato attuali, purchè vendano le loro arance e i loro limoni con il marchio Igp». Arance e limoni così diversi da quelli in vendita normalmente nei supermercati: quelle del Gargano hanno dentro i semi, come quelli di una volta. Chi vuole acquistarli può trovarli nelle catene della Coop e di Conad, ma è ancora un prodotto da intenditori. Per «sdoganare» l’agrume garganico ci vuole dell’altro.
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