AGU 2013: trovati minerali argillosi sulla superficie di Europa

Creato il 12 dicembre 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Credit: NASA/JPL-Caltech

Sulla superficie della luna ghiacciata di Giove, Europa, sarebbero presenti minerali argillosi: la scoperta arriva grazie a nuove analisi sui dati rilevati dalla sonda della NASA Galileo, la cui missione si è conclusa ormai da oltre dieci anni.

Il materiale, però, non sarebbe originario della luna ma piuttosto arriverebbe da una spettacolare collisione con un asteroide o una cometa.

Questi nuovi risultati hanno importanti implicazioni perché, in genere, i minerali argillosi sono accompagnati da materiali organici.

"Materiali organici, quali elementi importanti per la vita, si trovano spesso nelle comete e negli asteroidi primitivi", ha dichiarato Jim Shirley, un ricercatore del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California.

"Trovare i residui rocciosi di questo incidente sulla superficie di Europa può aprire un nuovo capitolo nella storia della ricerca di vita su Europa".

Anche questo risultato, come gli ultimi sulla missione Mars Science Laboratory - Curiosity, è stato presentato in occasione dell'American Geophysical Union (AGU 2013), a San Francisco.

Gli scienziati ritengono che la luna di Giove sia il posto migliore del nostro Sistema Solare per cercare vita extraterrestre: l'acqua del suo vasto oceano sotterraneo a contatto con la roccia è in grado di creare un mix e un un gradiente di energia capace di sostenere la vita.

Anche se, ad oggi, non sono mai stati rilevati direttamente, in molti sono convinti che su Europa esistano materiali organici e, una delle teorie prevede proprio che siano arrivati sulla luna a seguito di impatti con comete o asteroidi.

Shirley e colleghi, finanziati dal Outer Planets Research della NASA, sono riusciti a scovare fillosilicati nelle immagini nel vicino infrarosso scattate dalla sonda della Galileo nel 1998.

Nonostante le riprese siano ad una risoluzione molto bassa rispetto agli standard attuali, il team è riuscito ad amplificarne le tracce rispetto al rumore di fondo.

La patch presa in esame è evidenziata, in falsi colori, nella seguente composizione: i materiali argillosi sono indicati in blu, mentre il rosso rappresenta il ghiaccio d'acqua.

Credit: NASA/JPL-Caltech/SETI

I filosilicati appaiono disposti a forma di anello spezzato, largo circa 40 chilometri, a circa 120 chilometri di distanza dal cratere centrale di 30 chilometri di diametro.

Con questa configurazione si calcola che l'impatto deve essere avvenuto con un angolo di 45 gradi o poco più, infatti, con un angolo inferiore anche alcuni materiali della roccia spaziale sarebbero caduti in superficie, mentre un angolo prossimo alla verticale, avrebbe probabilmente gettato di nuovo nello spazio ogni cosa sollevata dall'impatto. D'altra parte rimane difficile immaginare che tali materiali arrivino direttamente dall'interno di Europa, dato la sua crosta ghiacciata dovrebbe raggiungere anche i 100 chilometri di spessore.

La migliore spiegazione è proprio che i filosilicati siano stati consegnati da un asteroide o da una cometa: nel primo caso, il corpo doveva avere un diametro di almeno 1.100 metri, mentre se fosse stata una cometa avrebbe avuto un nucleo di circa 1.700 metri, più o meno come la ISON.


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