Ahi!

Da Naimablu

Informal unity, Olbinski
Due lettere, solo due e la vita può cambiare nel tempo in cui le pronunci: in un attimo.
Tanto è il tempo che mi sono concessa per srotolare la mia vita e attorcigliarla l’istante dopo!
Che si scelga il sinuoso “sì” o il labirintico “no”, la conclusione è sempre la stessa: si attorciglia sempre tutto!
Pensate siano tanto diversi?
Io dico di no e scommetto che, se mi concedeste un pizzico di tempo, potreste pensarla anche voi come me.
Un pizzico, niente di più, anche perché so che finirete anche voi con l'esclamare: ”Ahi!”
Il “sì”: linea sinuosa, curve rassicuranti che paiono abbracciare, quasi una culla su cui dondolarsi.
Vi vedo, siete rilassati, sereni, anche sul vostro viso si disegna una curva: è un sorriso.
Dimenticate la “I”!
È la “i” che vi porta alla realtà, vi punge come un ago, vi taglia come lama di spada, vi arresta come una barriera.
Vi svegliate dal sogno e, sul viso, la curva è in bilico tra il sorriso e il broncio.
Per il momento, la linea è orizzontale: siete indecisi.
Quale dei due aspetti del “sì” far prevalere: la culla o la lama?
Ecco il “no”.

Quella “n” non pare promettere niente di buono, è un labirinto, ha salite faticose e discese repentine, come quelle che tolgono il fiato creando vuoti d’aria, poi un’altra salita.
Chiudete gli occhi e non per addormentarvi: avete paura di non riuscire ad affrontare la salita, che il respiro si arresti nel percorrere la discesa e di non aver forza per ricominciare a scalare.
Dove avete messo la “o”?
Guardatela: è una palla che v’invita a giocare, una bolla di sapone da soffiare, un abbraccio pieno e rassicurante a cui affidarsi.
Aprite gli occhi, non riuscite ad evitare di spalancarli, pensate che tutta quella fatica vale la pena se il compenso è affondare dolcemente nell’accogliente giaciglio della “o”.
Cosa decidete di afferrare del “no”: la salita o il morbido giaciglio?
“Ahi!”
Non abbiate timore né provate imbarazzo, anch’io, la prima volta che ho esplorato queste due coppie di letterine, ho sentito un bel pizzico.

Lo sento ancora adesso, tutte le volte che, dopo la comparsa dell’uncino, trattengo i miei dubbi per lasciarli andare in un “Ahi!”.