Un imbarazzo antico e tenero si nasconde alla vista di ciò che vorresti vedere ma non vuoi e il tempo vorresti scorresse, annullando i confini definiti di un incontro.
Le spalle rivolte al muro creano una barriera di carta velina alle parole mute, saziato il cuore di rabbia.
V’era un’attesa lieta, un sorridere acerbo, i tratti sempre distesi e chiari, gioia allegra dello scoprire, ora confusi da chi, gettata l’ancora nel giardino, ne ha messo cartelli di proprietà privata e bombe nascoste nei viali.
Pazienza e dedizione fanno pace pacata nei cuori, ma occorre un tempo sprecato che forza l’abbraccio.
Ahi, tu non sai.
Se fosse solo lo sguardo e il tocco lieve delle mani a definire il contatto, ad arginare il sentimento, ad impreziosire con perle il collo saggio del volersi bene.
Ahi, se così fosse, tutto sarebbe finito nel soffio di un seme spazzato dal vento.
Ma di terra fertile s’è fatta fondamenta e ciò che si è seminato di sguardi, germoglia in fermezza e presenza.
Chiara