Non saprei come definire la sensazione che scatenano in me pasticcerie, gioiellerie e librerie. Acquolina è vezzoso e riduttivo e non descrive quell’ attimo di meravigliosa contaminazione dei sensi in cui la vista si illanguidisce e, accarezzando la gola, genera percezioni indescrivibili. Poi, l’ingresso fra gli scaffali della libreria e il contatto con le pagine, prolunga quel tripudio di sensi, mentre il vetro diventa invalicabile barriera tra me e i dolci, incompatibili con il mio coefficiente di dilatazione e tra me e i gioielli, incompatibili con le mie entrate mensili.
Ma lì, nell’ atrio dell’Aula Magna della Biblioteca Universitaria di Bologna, il vetro si è posto implacabile tra me e una serie di spettacolari pagine di misteriosi libri alchemici. Saranno state una quarantina, una più bella dell’altro. Carte dalle preziose filigrane, raffinati disegni di esperti amanuensi o ingenui graffiti di principianti, xilografie o incisioni a bulino, incredibili grafie già enigmatiche nella forma, eleganti caratteri di antiche stampe: tutti lì quei tesori, intrappolati nelle bacheche della biblioteca. Che meraviglia! E che sofferenza non poter fogliare le pagine di quei libri, sicuramente stracolme di immagini, stampe e scritture inimmaginabili.
Ne cito alcuni , purtroppo senza foto perché “vietato fotografare”(ulteriore sofferenza per una fotografa scarsa, ma ossessiva e compulsiva quale io sono.)
Liber Mariae soror Moysis , uno dei libri fondamentali dell’alchimia attribuito a Maria l’ebrea, donna vissuta forse nel II sec d.C. , la prima alchimista identificata con un nome personale reale e non mitico. È proprio quella Maria, quella del “ bagnomaria” la tecnica di cottura che da lei prende il nome, l’ inventrice dell’alambicco e del tribikos ( un sistema per convogliare i vapori raccolti nell’alambicco in tre recipienti resistenti al calore).
Miscellanea alchemica (1627) con splendide illustrazioni allegoriche dell’opera alchemica
L’erbario alchemico di Ulisse Aldrovandi inquietandi riproduzioni di piante misteriose e improbabili
Un librettino di poesie alchemiche scritte da destra a sinistra e leggibili solo con l’uso di uno specchio
Un “De pirochtecnia” di Vannoccio Biringuccio del 1540 con incisioni il cui disegno è riconducibile allo stesso Biringuccio.
E ancora: testi attribuiti a Hermes Trismegistus, il sapiente “tre volte grande” o scritti di Ramon Lull famoso per la sua ars combinatoria o l’opera omnia di Paracelsus.
Insomma da perderci la testa.
Il catalogo a cura di Biancastella Antonino, Rita De Tata e Patrizia Moscatelli è ricco di
catalogo della mostra
notizie: da non perdere.
Se passate a Bologna, magari per vedere la discussa “Ragazza con l’orecchino di perla”, non dimenticate di fare un salto alla Biblioteca Universitaria e di gustarvi questa piccola splendida mostra. Qui, niente file, purtroppo.
Ai confini della scienza
L’Alchimia nei fondi della Biblioteca Universitaria di Bologna
Via Zamboni 35, Atrio Aula Magna
13 febbraio – 3 maggio 2014
Per finire, ripropongo un mio power point abbastanza surreale “ Trasmutazioni”. Chissà, magari vi piace! ( Attenzione, ho notato che il ppt salta delle pagine: leggete il numero dela slide e tornate indietro se i discorsi fossero troppo bizzarri!)