Nell’ambito di AltaRomaAltaModa, tra i molteplici eventi che, durante la fashion week capitolina, da sempre portano a Roma quella classica fusione tra storiche maison italiane e nuove realtà internazionali e tra tradizione e futuro, si è svolta la nuova edizione di A.I. Roma Caput Divina, definita emblematicamente un “wunderkammer che celebra la mente e lo spirito tra Artigianato e Arte Contemporanea”.
Non si tratta della semplice descrizione di una situazione statica, il punto d’arrivo di un progetto concluso e che è frutto dell’inevitabile evoluzione storica, ma è la volontà di tracciare una linea continua, di trovare un filo conduttore che leghi passato e presente ad indurre Clara Tosi Pamphili e Alessio de’Navasques a curare A.I. Roma Caput Divina, progetto volto a dimostrare come sia impossibile scindere la moda e l’arte dalla forte carica creativa ispirata dalla città di Roma.
Coniugando prospettive future a tradizioni artigianali, attraverso un’opera assimilabile alla maieutica socratica, A.I. ha lo scopo di estrarre dalla mente dell’ artista pensieri assolutamente originali e unici per renderli fruibili al grande pubblico.
Così la testa e la sua rappresentazione, intesa come pensiero e come spirito, come luogo di studio e di ricerca, diventano un punto di riferimento imprescindibile, il fulcro dell’ispirazione e della riflessione. Ed è proprio nella Bibliotheca Angelica, dove per la prima volta nel 1600 il libro e la conoscenza vengono messi a disposizione di tutti, che artisti e designer sono chiamati ad esporre il proprio lavoro profondamente concettuale.
In questa cornice evocativa e suggestiva neocuture, sartorialità e artigianalità si fondono per dar vita ad un lavoro artistico fatto di immagini,manufatti e video.
Lo scopo è quello di dimostrare come la moda che nasce a Roma sia figlia della tradizione cinematografica e teatrale e come essa affondi le proprie radici nella cultura millenaria di un popolo che ha esportato arte e bellezza.
È proprio questo che ci raccontano Renata del Medico e Letizia Colella nel video “Roma Caput Divina e l’estetica del veleno”. Si tratta di un viaggio che spiega come attraverso l’uso del verbo habeo i romani hanno imposto i loro usi. Poi attraverso le maschere di Simone Valsecchi, fatte con materiali apparentemente impossibili da lavorare, si dimostra come sia possibile annullare il confine fra arte e artigianato. Con gli accessori dell’artista australiana Naomi Goodsir ci si spinge oltre,si va a alla ricerca della perfezione nel visibile e nell’invisibile: cappelli originali e borse lavorate con materiali preziosi affiancano la presentazione di un profumo unico nato dalla collaborazione con Renaud Coutadier.
Filosofi creativi, designer che annullano le distanze tra i diversi linguaggi artistici creano, sullo sfondo di una Roma onirica e felliniana, un percorso intelligente che si snoda tra tradizione ed esclusività contemporanea.
a cura di Ignazio Mania
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