Una targa ricorda il sacrificio dei marinai: “Ai marinai caduti del Regio Sommergibile Ammiraglio Millo. Punta Stilo, 14/3/1942-14/3/2012″.
Riportiamo uno stralcio della cronaca dell’inaugurazione scritta da Francesco e Nazareno Storani:
Satriano Marina è una piccola frazione di mare di un piccolo comune della provincia di Catanzaro, Satriano. E Satriano è in alto, a più di trecento metri sul livello del mare. Abbiamo cercato quel nome sulle mappe, sulle carte stradali, persino nel web, dove in genere si trova di tutto. Ma niente. Quel nome sembra non esistere, e se qualcuno deve andarci, deve arrivare a Soverato, località balneare assai più conosciuta, e da lì proseguire verso sud, lungo la costa, mancano appena pochi minuti, e poi, eccolo, appare il cartello. Satriano Marina. Da lì si vede la sagoma scura di Punta Stilo, poco più a sud. Adesso sappiamo dov’è, eccome. E Satriano Marina è entrata di diritto nei nostri cuori, dove rimarrà per sempre.
Ci rimarrà perché in questo bel paese di mare della Calabria adesso sorge il monumento ai Caduti del Regio Sommergibile Ammiraglio Millo. E così, finalmente, dopo settant’anni dal tragico affondamento del sommergibile, sappiamo che esiste un luogo a terra dove potersi fermare, portare un fiore.
Il Regio Sommergibile Ammiraglio Millo giace in fondo alle acque di Punta Stilo, con i suoi cinquantasei uomini, accomunati in un’unica, tragica sorte, come migliaia di altri marinai, ovunque, sul fondo dei mari di tutto il mondo. Su di loro, per più di sessant’anni, era calata la cortina dell’oblio, mentre se ne andavano le madri, le vedove, gli amici che li avevano conosciuti. Questa volta, proprio nel settantesimo anniversario dall’affondamento, a ricordare quei marinai, c’erano tanti giovani, i nipoti dei sommergibilisti che riposano nel relitto del Millo, a testimonianza del fatto che quel grande patrimonio di storia e di umanità che abbiamo salvato dall’oblio è di fatto stato affidato alla “terza generazione”. Il ricordo, grazie anche a questa commemorazione, è ancora più vivo e solenne, sia per la volontà di onorare la memoria di quei giovani marinai scomparsi, sia per il dovere di far conoscere il sacrificio di quei giovani uomini, vittime della guerra e delle sue follie, affinché quel loro sacrificio non sia stato vano e venga ricordato sempre.
Da qualche parte, su un muro di una bella città, qualcuno ha scritto una semplice frase: “Chi non ha memoria non ha futuro”. Bisogna ricordare, ricordare sempre, proprio perché il tempo passa e cancella, ricordare per vivere e per dare un futuro migliore alle nuove generazioni.
Francesco e Nazareno Storani