A te, invece, a te che mi hai regalato la lentezza, mentre io ribollivo di me, a te che mi guardi e spesso non rispondi, a te che non conosci o credi di non conoscere le parole per agire su di me, auguro di saper trovare le chiavi del tuo dolore, della tua sofferenza, ed entrarvi dentro, da protagonista. E uscirne.
E a te, che fino a pochissimi anni fa non c'eri, e adesso ci sei, a te, amico mio, dico solo: innamorati e abbi cura di te, ragazzo. A te, invece, elegante ricciolo fiammingo, auguro di portare in te quel sorriso che ho visto e non la rabbia che talvolta erompe dalle parole e dai gesti.
A te, che ci sei sempre stata, da quando sono più o meno l'io che hai imparato a conoscere, a te auguro ancora più ironia, ma nella pace. Spero che tu riesca a ricucire e a dar forma alla bontà e all'entusiasmo che vedo in te e che sono incantevoli.
A voi, a voi che non so neanche se leggerete tutti questo post, amici di sempre, amici di quando non ero certo quel che sono adesso, amici che avete attraversato tutte le mie burrasche e avete avuto la pazienza di vedermi uscire da lì, a voi auguro di esser più forti e di saper guardare al futuro, vi voglio tanto tanto tanto bene.
A voi, a voi che siete comparsi e a voi che siete ricomparsi negli ultimi due annetti, da quando ho cominciato a vivere altrimenti, a voi che siete comparsi su una rotta, perché era quella che stavo percorrendo, anche se ero convinto che non portava da nessuna parte, a voi dico che non sapete il ruolo che avete nella mia vita, proprio tutti, meine Freunde.
A voi che avete anche voi attraversato gli anni, mille occasioni per perderci e mille nuovi incontri, a voi che per non conoscermi abbastanza avete sempre avuto fiducia in me, perdonerò anche questo errore di giudizio e mi auguro che ci siate ancora, attraverso i silenzi, e magari attraverso gli incontri.
A te, a te esimio collega e amico ancor più caro, a te non è facile fare gli auguri, non saprei da dove partire: a te auguro forza per essere quel simpaticissimo geniaccio che si taccia di cialtroneria per modestia e chissà cos'altro. A te, mio impagabile interlocutore, auguro di appropriarti dell'entusiasmo e della creatività che ti sono stati disconosciuti, con mille alibi, e di saperli trasmettere a chi sai tu.
Ai miei alunni, a tutti e a quelli che - per forza e non per debolezza - obiettivamente amo con più trasporto, auguro di aver sempre più voglia di penetrare il mondo, di non accontentarvi della consistenza appiccicosa del qualunquismo con cui si vuol ammantare la grandezza e la complessità della vita che vivete.
Ai miei colleghi del mattino, ai miei colleghi del sorriso prima di cominciare la giornata, ai miei colleghi della fuga da scuola, non si sa mai, non manca mai da fare a scuola, ai miei colleghi che ricoprono altri ruoli, ma sono lì con noi, a tutti voi auguro sempre la stessa voglia di fare.
Ai miei blog-amici, ai miei amici di Facebook, vittime di spam continui da questo e altri blog (=P) a coloro i quali sembrano codificati su pagine web, auguro di non perdere mai il contatto con la parola e con i volti delle persone con cui dialogano.
A coloro che ho dimenticato di citare, a coloro che non ho voluto citare espressamente, per pudore e per rispetto, a coloro che non mi leggeranno, a coloro che invece mi leggeranno senza sapere chi io sia, a coloro che imparano a chiamarmi Rob, a coloro che troppo facilmente mi chiamano Rob, a coloro che lo fanno spontaneamente, all'amico che ho sentito oggi al telefono dopo tanto tempo, ah qual colpo inaspettato!, a tutti voi dico grazie per esser arrivati fin qui col post e col blog, e, come a tutti gli altri, anche a voi auguro Buon Natale!
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