Survival International teme che l’afflusso di soldati non porterà alla regione né sviluppo né pace.
"I Papuasi Occidentali non hanno bisogno di grandi strade - ha dichiarato a Survival il Reverendo Socratez Yoman, un leader papasso - ma di una vita migliore sulla propria terra, senza intimidazioni, terrore, abusi e uccisioni".
Secondo un altro leader, Markus Haluk, le strade aprirebbero le foreste al disboscamento illegale, in gran parte probabilmente per mano degli stessi militari.
La presenza dell’esercito nel Papua Occidentale è quasi sempre accompagnata da violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni, detenzioni arbitrarie, stupri e torture.
Il cosiddetto sviluppo ha già inflitto enormi danni al popolo papuaso. Infatti, nonostante ospiti la miniera d’oro più grande del mondo, il Papua Occidentale rimane la regione più povera dell’Indonesia; si ritiene che qui i tassi di HIV/AIDS siano 20 volte più alti che nel resto del paese. Molti dei casi di HIV/AIDS risalgono all’industria del sesso, che ha accompagnato l’arrivo dei lavoratori impiegati nelle industrie della pesca, del legname e delle miniere.
In alcune aree i militari hanno fornito alcool e prostitute per corrompere i leader tribali e ottenere l’accesso alla loro terra e alle loro risorse naturali. La malattia sta devastando alcune tribù. L’incidenza è particolarmente alta in aree in cui il cosiddetto “sviluppo” ha già preso piede, come nei pressi della miniera anglo-statunitense Grasberg.