Ai nastri di partenza il Grande Fratello”, universale come la supponenza arrogante del disinformato

Creato il 04 marzo 2014 da Catreporter79

Torna il “Grande Fratello” e, puntualmente, tornano le speculazioni pseudosociologiche che vorrebbero il programma come “archè” di una supposta decadenza culturale ed antropologica tutta italiana, perversione voyeuristica sviluppatasi nel liquido amniotico della nostra essenza particolare più contaminata. Addirittura ci si stupisce per la concomitanza del suo rilancio con l’assegnazione del Premio Oscar al Maestro Sorrentino, come vi fosse o vi dovesse essere una linea di continuità tra il lavoro dell’ Academy Awards e i palinsesti delle emittenti televisive italiane.

Si tratta di una semplificazione primitiva (ma per questo virale ed efficace) che ha come spinta propulsiva e fluidificante la misconoscenza arrogante della storia della televisione e, più in generale, dei reality show, del loro sviluppo, del loro impatto sociale e della loro diffusione, in Italia come nel resto del mondo.

Programma concepito e realizzato da una società di produzione televisiva straniera (l’olandese Endemol), il “Grande Fratello” è un format diffuso in tutti e cinque i continenti, con lo stesso successo riscontrato nel nostro Paese (12 edizioni nel Regno Unito, 15 in Spagna, 13 negli Stai Uniti). Ma non solo: il “masscult” che vorrebbe anche gli altri reality show, realty games o talent show come peculiarità negativa (perché mai, poi?) del Bel Paese, dimentica, anche in questo caso, che si tratta di contenitori in maggioranza ideati oltreconfine e con una risposta, anche in questo caso, planetaria.

Ma vediamo la cosa nel dettaglio:

Reality di produzione statunitense e diffusi (anche) negli USA: The 70′s House , A Shot at Love with Tila Tequila , The bachelor – L’uomo dei sogni , Cambio moglie , Dr. 90210 , Extreme Makeover – Belli per sempre , The Hills , I fantastici cinque , Il ristorante , Laguna Beach , L’isola dei famosi[ , Miami Ink , Newlyweds: Nick and Jessica , Notti sul ghiaccio , Gli Osbourne , Paris Hilton’s My New BFF , La pupa e il secchione , Pussycat Dolls Present: The Search for the Next Doll , The Real World , SMS amiche per caso , SOS Tata , Survivor , Unan1mous , Vero amore.

Reality di produzione britannica e diffusi (anche) nel Regno Unito: Ballando con le stelle , Changing Rooms – Camera a sorpresa , X Factor.

Reality di produzione olandese e diffusi (anche) in Olanda: Grande Fratello , Pechino Express , Ritorno al presente .

Reality di produzione spagnola e diffusi (anche) in Spagna: Operazione Trionfo

Reality di produzione giapponese diffusi (anche) in Giappone: Diario – Esperimento d’amore

Reality di produzione svedese e diffusi (anche) in Svezia: La fattoria

Reality di produzione norvegese e diffusi (anche) in Norvegia: SuperSeniors

Reality di produzione danese e diffusi (anche) in Danimarca: Wild West

Reality di produzione israeliana e diffusi (anche) in Israele: Uman – Take Control!

Reality di produzione belga e diffusi (anche) in Belgio: La talpa

Reality di produzione turca e diffusui (anche) in Turchia: La sposa perfetta

Reality di produzione neozelandese e diffusi (anche ) in Nuova Zelanda: Popstars

Se posizionati nel contesto per il quale sono stati concepiti (lo svago), i realty sono e rappresentano una propaggine ed una variante naturale del genere di intrattenimento, che non va inteso come un blocco monolitico, rachitico e ripetitivo, bensì come un ventaglio vivace di offerte, per tutti e nell’interesse di tutti.

Prima di lanciarsi in improbabili cariche a sciabola sguainata con considerazioni disancorate da ogni elemento e contributo fattuale, suggerisco, ancora una volta, di fare affidamento su alcuni strumenti propri del metodo di indagine giornalistico, in particolare il “Fact checking” (verifica dei fatti) ed il “Gatekeeping” (selezione dei fatti/notizie),



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