Aggiungete una pirlata qualunquista: "I blogger parlano di tutto e non sanno niente".
Mescolate con questo sfogo, di qualche giorno fa.
Il risultato è sempre lo stesso di ieri e di oggi e sarà sempre lo stesso di quello di domani, perché dove ti giri ti giri, in Ita(G)lia trovi perlopiù solo gentaglia come quella pseudo giornalista della Annunziata, opinionisti improvvisati come quelli di Radio Popolare che, per parafrasare proprio loro, "dei blogger non sanno niente", e poveracci incapaci di distinguere un blog-diario (come questo) da un blog di contenuti (come questo, come questo, come questo, giusto per fare qualche esempio) e perciò niente, non sganciano un miserabile euro perché la passione non si paga, ma si possono benissimo accattonare la qualità, l'informazione, l'approfondimento, tanto... ehem... massì, che diamine! Tanto la qualità, l'informazione, l'approfondimento anche quando ci sono non sono ufficializzati da, che so, l'iscrizione all'albo dei fuffisti. Sono solo tempo regalato e un regalo lo si accetta, lo si sbafa, ma non lo si paga.
Potrei ben dire che nemmeno i giornalisti ita(g)liani meritano di essere pagati, e non direi niente di sbagliato. Anzi. Ma il punto non è la scarsissima qualità del giornalettismo nostrano.
Il punto è sempre la stessa stramaledetta, schifosa mentalità dello scrocca gratis e sfrutta, applicabile a qualsiasi campo (lavoro, sviluppo, ricerca in primis), perché tanto...
Eh, perché tanto siamo in Ita(G)lia. Un paese povero povero.
Perciò tutti ai remi, brutti ignoranti! I vostri articoli su Bosch, Stoker, Lovecraft, Hodgson, cinema, arti figurative,... sono tutta passione e niente arrosto!
E ringraziate, ché se avete dei lettori che vi degnano di una loro visita quotidiana (quotidiana, poffarre & poffarbacco! Anche loro vi regalano il loro tempo!) e vi viene elemosinata un po' di visibilità in più, siete già tanto fortunati.
Sorridete, please! :)
Sì, ma senza perdere il ritmo di vogata, eh? Che poi l'agozile Annunziata e i suoi colleghi si risentono del fatto che non andate incontro alle loro necessità sociali e morali - huffingtoniane, oserei dire; i papassi di Radio Popolare e i loro colleghi se ne escono con qualche altra pirlata. E i lettori vi abbandonano perché c'è il nuovo iPhone da comprare e quindi va da sé che col cavolo sperperano denaro per opinioni che pure loro sarebbero in grado di scrivere.