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Ai Weiwei, messo a tacere dal governo cinese, parla attraverso le sue opere

Da Leragazze

Ai Weiwei, messo a tacere dal governo cinese, parla attraverso le sue opere

Ai Weiwei è un artista, designer, scrittore e attivista cinese. Di lui e di una sua curiosa installazione alla Tate Gallery abbiamo parlato alcuni mesi fa in questo post.

Nelle ultime settimane il suo nome è apparso in tutti i giornali e siti internet per motivi che esulano la sua produzione artistica: dal 3 aprile è detenuto nelle carceri cinesi e nulla è dato sapere riguardo le accuse a suo carico e le sue condizioni psicologiche e fisiche.

Questo ha dato vita in tutto il mondo a un movimento a favore della sua liberazione, ma intanto i programmi riguardanti le sue opere seguono il loro corso nonostante la forzata assenza dell’autore. È dunque imminente l’apertura di una mostra a lui dedicata alla Lisson Gallery di Londra, mentre, alcuni giorni fa è stata esposta la sua prima scultura pubblica a Manhattan presso la Pulitzer Fountain intitolata “Circle of Animals”. Si tratta di 12 teste in bronzo di animali che costituiscono lo zodiaco cinese e che danno il nome a ciascun anno: topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane e maiale.

Il riferimento è alle sculture che nel 18° secolo erano parte di una fontana posta nei giardini in stile europeo del Palazzo d’Estate dell’imperatore Qianlong vicino Beijing. Quelle teste vennero trafugate quando gli edifici e i giardini furono saccheggiati e bruciati dalle truppe britanniche e francesi durante la seconda Guerra dell’Oppio nel 1860. Tale evento rappresentò un’umiliazione nazionale, sentimento che Ai Weiwei rievoca, trasponendolo al periodo attuale, con le sue teste bronzee.

Durante l’inaugurazione, che si è svolta alla presenza del sindaco Bloomberg e di personalità del mondo dell’arte e della cultura, Ai Weiwei è stato presente simbolicamente attraverso le sue parole lette da alcuni degli intervenuti. Tra queste:

senza libertà non esiste un mondo moderno, ma solo un luogo di barbarie.

Ai Weiwei, messo a tacere dal governo cinese, parla attraverso le sue opere



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