Aiello , condannato a 15 anni e 6 mesi per associazione mafiosa, è stato scarcerato dal carcere di Sulmona perché soffre di favismo e il menu’ del carcere era pieno zeppo di piatti a base di fave.
Secondo i giudici: ”Il vitto carcerario non ha consentito un’alimentazione adeguata del detenuto, risultando dal diario nutrizionale la presenza costante di alimenti potenzialmente scatenanti una crisi emolitica e assolutamente proibiti”. Aiello, ”non puo’ rimanere in prigione, perche’ esposto a serio e concreto rischio di vita o a irreversibile peggioramento delle gia’ scadute condizioni fisiche”.
Ad Aiello sono stati concessi i domiciliari per un anno. Sempre che riescano a trovare un penitenziario dove sappiano cucinare dei patti anche per coloro che soffrono di favismo e di altre forme di intolleranza alimentare.
Vicenda tragicomica.