AIPD - Artificial Intelligence Police Department - Recensione

Creato il 06 febbraio 2016 da Lightman

Il team indipendente Blazing Badger propone un Twin Stick Shooter cyberspaziale che punta tutto sulla personalizzazione dell'azione di gioco. Riuscirà il titolo a distinguersi in un mercato particolarmente affollato?

Versione analizzata: Playstation 4

Articolo a cura di Dario Bianchi

    Disponibile per:
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One

Dario Bianchi Accanito videogiocatore dall'età di 6 anni, Dario adora le emozioni e le forti suggestioni trasmesse dal mezzo videoludico. Quando non impugna un pad si dedica alla lettura, alla birra e al rock, accompagnato dalla sua amata Fender Telecaster! Lo trovate su Facebook e Twitter.

Tra i tanti generi che il mercato dello sviluppo indipendente ha contribuito a rinvigorire con nuovi spunti ed interpretazioni, non si può non citare quello dei Twin Stick Shooter. Questi frenetici sparatutto da sempre richiedono al giocatore riflessi pronti, un'attenta lettura del campo di battaglia nonché un'eccezionale dose di pensiero laterale, assolutamente necessaria per sopravvivere ad ondate di nemici vaste ed agguerrite. Grazie allo sviluppo di engine sempre più performanti, il genere ha conosciuto un successo incredibile negli ultimi anni, sfruttando non solo le peculiarità prettamente ludiche che da sempre ne contraddistinguono il cuore del gameplay, ma curando con particolare attenzione anche l'aspetto tecnico, arricchito da motori fisici sempre più complessi e da componenti effettistiche al passo con i tempi. Con questi presupposti Blazing Badger è pronta a dire la sua grazie a AIPD - Artificial Intelligence Police Department, presentandosi ai nastri di partenza forte di una personalizzazione dell'esperienza di gioco ricca di variabili, nonché di tutta la potenza dell'ancora inespresso Unreal Engine 4. Riuscirà la polizia cyberspaziale a lasciare il segno in un mercato sempre più competitivo?

Cyberspazio analogico

In un futuro indefinito le attività criminali più redditizie vengono quotidianamente condotte nel cyberspazio, e la polizia si è trovata costretta a reagire con decisione al dilagare della cybercriminalità. Per questo, giorno dopo giorno, pattuglie di dati vengono inviate all'interno della matrice, pronte a distruggere qualsiasi virus o worm gli si pari dinanzi. Il giocatore sarà chiamato a controllare proprio una di queste "navette di dati", in un Arena Twin Stick Shooter che impone di sopravvivere ad ondate di difficoltà sempre crescente. Una volta scesi sul campo di battaglia ci ritroveremo circondati da programmi nemici, distinti da due diversi colori: l'arancione suggerisce una tipologia di avversari che tende a lanciarsi contro la nostra nave, incurante della morte, mentre il viola caratterizza nemici armati, che non esiteranno a scaricarci addosso una letale pioggia di proiettili. Comandando i movimenti del nostro veicolo con la levetta analogica sinistra e indirizzandone il fuoco con quella destra, dovremo sopravvivere a quindici ondate totali, al termine delle quali ci attende una tradizionale boss fight. Le fila nemiche comprendono una buona varietà di avversari, ciascuno caratterizzato dal proprio pattern di attacco; ma tutta la nostra attenzione dovrà essere rivolta ai Trasportatori, programmi simili ad enormi Tremors, appartenenti allo schieramento arancione. Questi infatti portano con sé preziosi moduli con cui recuperare armi speciali dall'enorme potere offensivo: si passa dalle classiche "superbombe", capaci di distruggere qualsiasi sfortunato transiti nel loro enorme raggio d'esplosione, a fitte nubi di missili a ricerca, sino ad arrivare a cannoni a corto raggio simili a distruttivi fucili a pompa portatili. Oltre alle armi speciali, il caos del campo di battaglia verrà ulteriormente vivacizzato dai moduli "Carico": quest'ultimi consentono di usufruire di bonus temporanei, da attivare quando necessario. Grazie al Carico recuperato possiamo utilizzare scudi invalicabili, innescare moltiplicatori speciali o raffreddare la nostra arma primaria, così da evitarne il surriscaldamento. Uno dei tratti peculiari del titolo Blazing Badger è infatti costituito dalla necessità di tener sotto controllo la temperatura della nostra bocca da fuoco principale, la quale, una volta riscaldatasi eccessivamente, si resetterà per brevi istanti, impedendoci di attaccare, ma rilasciando una mina di dati che fungerà da "fuoco di copertura" (ordigno che può ferire anche noi stessi). Tra un livello e l'altro il giocatore sarà chiamato a plasmare la progressione della propria "ronda cibernetica" scegliendo tra due moltiplicatori punteggio, ai quali viene associato un modificatore di varia natura: ecco che i bordi dell'arena possono divenire improvvisamente letali per la nostra navetta, i preziosi Trasportatori godere di uno scudo bonus o di un drone di supporto che vi orbiterà intorno impedendone la distruzione, mentre i nemici viola possono subire un sensibile aumento della gittata delle proprie armi.

I modificatori non influenzano esclusivamente i pattern d'attacco dei nemici, ma introducono anche ulteriori ostacoli ambientali, nella forma di virus rilasciati sul campo, che fungono da vere e proprie mine, oppure onde elettromagnetiche che "divorano" porzioni dell'area di gioco, costringendoci a manovre evasive al cardiopalma. A ciascun modificatore viene associato un determinato moltiplicatore, così da spingere il giocatore a correre dei rischi e a rendere la propria partita molto più emozionante, con l'obiettivo di ottenere punteggi sempre più alti. Pur basando la quasi totalità della propria filosofia di gioco sul concetto prettamente arcade di "High score", i punti accumulati in AIPD non si rivelano utili solo ad ottenere "fortuna e gloria": scalando le leaderboard è infatti possibile sbloccare cinque ulteriori armi primarie, nonché altrettanti dispositivi da applicare alla propria navetta una volta avviata una nuova partita. Al posto della Gatling gun di default è infatti possibile equipaggiare lanciagranate, cannoni che permettono di trapassare i corpi degli avversari, o il nostro tanto amato Phaser a ricerca, grazie al quale colpire automaticamente tutte le IA ostili sulla breve distanza. I dispositivi invece influenzano caratteristiche di base del nostro avatar, quali velocità di movimento, efficacia del sistema di raffreddamento, durata degli scudi raccolti sul campo. Grazie alla discreta varietà di modifiche sbloccabili (che intervengono anche sull'aspetto del nostro veivolo cyberspaziale) e ai tanti modificatori creati dal team di sviluppo, AIPD riesce a regalare run sempre diverse: ogni partita può infatti essere personalizzata non solo per livello di difficoltà, ma anche per equipaggiamento di partenza e per comportamento dei nemici. Oltre ai quattro esempi di base offerti, che intervengono direttamente sull'efficacia delle difese e del potere offensivo nemico, è possibile creare una partita attivando sin da subito tutti i modificatori che preferiamo (e conseguentemente i moltiplicatori ad essi associati), salvando sino a tre loadout customizzati.

Cyberspazio e luci al neon

L'utilizzo dell' Unreal Engine 4 ha permesso agli sviluppatori tedeschi di creare un mondo di gioco colorato e vivace, che si ispira profondamente al gusto estetico alla base di Tron. Luci al neon delimitano il profilo dei tanti modelli poligonali, con colori sempre vivaci e sgargianti, e una buona dose di effetti particellari contribuisce a rendere le serrate battaglie sempre spettacolari e visivamente appaganti, seppur un tantino caotiche durante le ondate più affollate, quando riuscire a leggere con chiarezza il campo di battaglia potrebbe risultare piuttosto difficoltoso. Una risoluzione a 1080p e i 60 FPS completano il profilo tecnico di un titolo che non brilla per originalità o per complessità, ma che convince grazie ad una direzione artistica minimale ma indubbiamente curata. Purtroppo però, le debolezze che affliggono la produzione non tarderanno a farsi avvertire: l'arena di gioco è di fatto unica, e la varietà dei modelli poligonali avversari, per quanto discreta, svelerà tutte le proprie carte già dopo la prima partita. Il buon lavoro svolto sul versante della personalizzazione non si rivela purtroppo sufficiente a mantenere vivo l'interesse del giocatore sulla lunga distanza, complice anche l'assenza di ulteriori modalità che apportino sensibili cambiamenti al gameplay e all'esperienza offerta. Inoltre, una volta sbloccate tutte le armi primarie e i dispositivi disponibili, non si avranno altre ragioni per avviare una nuova partita, sennon la volontà di sfidare se stessi ed i propri limiti, inseguendo l'High Score definitivo. A mitigare l'influenza della monotonia troviamo l'interessante modalità multigiocatore, limitata al locale, ma aperta a ben quattro utenti, per battaglie contro il crimine al limite dell'attacco epilettico.

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