Airlie Beach, QLD, 25 set 2012, ore 20:15, un ostello a caso con la wifi
Sono sempre più affascinato dal meccanismo che si attiva in me tutte le volte che arrivo in un posto nuovo. Non si può spiegare in maniera scientifica, ma tenterò. E’ un trionfo di dettagli che si esulano dal tutto nonostante effettivamente lo compongano. Credo che sia la spiegazione migliore. Le piccolezze, le cose che normalmente si tralasciano, si impossessano di me e dettano le linee per stilare un giudizio. Non dipende solo da elementi banalmente deducibili da una fotografia come il mare o il clima o l’architettura. E’ più sfumato. E’ una questione di sensazioni. Il traffico leggero, il venticello, l’atmosfera, il van che romba tra una discesa ed una curva dolce, un panorama semi nascosto dalle palme. Tutto fa pensare ad un buon giudizio. A dirla tutta è un paradiso. L’ennesimo.
Appena si arriva ad Airlie Beach la cosa che colpisce sono le luci. Questa località si presenta come una collinetta tutta illuminata di luci pastello che altro non sono che le finestre e le verande delle case che docilmente si adagiano sul pendio. Ai loro piedi il centro, una lunga via piena di insegne e di negozi aperti a tutte le ore. Tutto il resto è solo backpackers. Lungo le vie una miriade di giovani provenienti da tutte le parti di Australia e del mondo si spande, e mira ed è mirata. I parcheggi, gratuiti dopo le sette di sera, sono pieni di van, camper e auto caricate tipo le vacanze italiane degli anni’50. Tutta la città, si scopre, è a misura di backpackers. Ovunque panchine e barbecue occupati da cappellini e gonnelle, ostelli e sistemazioni economiche che trasbordano di giovani. I parcheggi gratuiti e disponibili. Pub e ristoranti dai prezzi modici completano il tutto. Come si fa a non amare questo posto? Come si torna a Sydney o a Perth?
Airlie Beach è famosa nel mondo come punto di partenza per le barche che portano a Whitsundays, quello che da tutti è ritenuto il miglior arcipelago della Great Barrier Reef. Spiagge bianche come neve, mare azzurro come in Photoshop e la vita sotto all’acqua che solo il più grande ecosistema del mondo può offrire. Sebbene la Lonely consigliasse di non accettare la prima offerta proposta dalle decine di agenzie che si occupano delle escursioni laggiù, ho prenotato subito. Entro, chiedo, pago inframmezzato dai mille sorrisi della ragazza al banco. Due giorni ed una notte in barca a vela, attrezzatura e pasti inclusi, a 279 dollari. Forse avrei potuto risparmiare, ma non me ne importa. E’ come se tutto fosse rimasto sulla Motorway. Brisbane è solo un lontano ricordo. L’Australia non mi è mai sembrata generosa come ad Airlie Beach. E il paradiso continua.