Airole, in provincia di Imperia, è l'ombelico del mondo. La cittadina è a due passi del mare e dal confine francese , in una suggestiva valle d'olivi. Non si arriva a 500 abitanti ed è un arcobaleno di lingue , colori e nazionalità.
Quando si chiede un'informazione , il primo che incontrate vi risponderà in maniera ,sempre gentile, in tedesco. Il secondo in olandese. E il terzo forse english.
Benvenuti quindi nel Comune Italiano con la percentuale più alta di residenti stranieri. Un residente su tre viene dall'estero, il barista da Monaco di Baviera, il Giardiniere di Londra , ci sono inoltre un ceramista finalndese e un agente immobiliare olandese. Il parroco arriva dall'India.
C'è una badante, unica, che arriva dalla Romania , mentre un'altra, di nazionalità peruviana, si è sposata con il figlio dell'anziano che accudiva. In questo alveare , su 480 residenti, ben 130 sono stranieri: il 27,1%.
Le prime pagine furono scritte da un paio d'artisti olamdesi , quarant'anni fa ( il pittore Gordijn, e la scultrice Buytendorp). Si trovarono a gironzolare tra i resti del suggestivo e fatiscente centro storico medievale , abbandonato dopo la guerra.
Il giorno stesso cominciarono a ristrutturare quello che oggi è un piccolo capolavoro in pietra. Arrivarono amici , e altri artisti, e i turisti di un villaggio olandese.
Insieme a loro , i vecchi abitanti italiani di Airola hanno decsio di tornare. L'intera cittadina è rinata. "Un mosaico in cui ciascuno mette la sua piccola tessera di esperienza, lingua, cultura" spiega il giovane sindaco Molinari. Una ciitadina tutta a colori. madyur