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Aiuti anche alle coppie gay a Milano, l'ira di "Avvenire".

Da Robibaga

«È un dovere da parte delle istituzioni aiutare tutte le coppie, sia quelle sposate sia quelle legate da vincoli affettivi, che si trovano in uno stato di difficoltà». Il sindaco Giuliano Pisapia si schiera senza se e senza ma a fianco dei suoi assessori Pierfrancesco Majorino e Cristina Tajani che hanno firmato la delibera con cui si allarga il fondo anticrisi anche alle coppie di fatto e alle unioni gay: «Chi ha bisogno, che è legato da vincoli affettivi e si trova in uno stato di difficoltà, così come chi è sposato, deve essere aiutato. È un dovere da parte delle istituzioni». Conclusione: «Sono contro ogni discriminazione e lo sarò sempre». Ma la presa di posizione del sindaco non placa le polemiche: interne ed esterne. Con una spaccatura profonda all'interno del Pd. E con l'intervento molto critico di Avvenire, il giornale della Cei. La capogruppo Carmela Rozza ribadisce le sue critiche. Anzi le accentua: «È un errore politico per chi vuole istituire il registro delle coppie di fatto e dargli vere conseguenze pratiche. Perché in questo modo si sono creati steccati: tra maggioranza e opposizione, impedisce il dialogo tra i laici presenti nei due schieramenti e anche tra i cattolici di maggioranza e opposizione. Non mi sembra un grande risultato per raggiungere l'obiettivo...». E già domani in consiglio comunale verrà chiesto che la delibera passi in commissione, «perché questo è argomento dell'aula».La replica arriva direttamente da Majorino: «Ritengo incredibile la polemica. Dovrebbero farci i complimenti perché sblocchiamo fondi praticamente inutilizzati. Poi, se queste sperimentazione si rivelerà inefficace, la miglioreremo nel tempo, ma oggi non vedo dov'è lo scandalo». Gli dà man forte il segretario cittadino del Pd, Francesco La Forgia: «Se la crisi non guarda in faccia nessuno, anche le soluzioni per contrastarla devono fare altrettanto. Per questo sosteniamo senza esitazioni l'iniziativa della giunta e del sindaco». Salvo lasciare una porta aperta alle critiche della Rozza: «Riteniamo che ci sarà tempo e modo per permettere al consiglio di verificare gli effetti di questa sperimentazione». Solidarietà anche da parte dell'associazione radicale Certi Diritti e da Franco Grillini: «Misura di buon senso». Ma le prese di distanza arrivano anche dell'esterno. A partire dall'Avvenire, il giornale della Cei che attacca direttamente Pisapia citando don Milani: «La peggiore ingiustizia, lo insegnava anche don Lorenzo Milani, è trattare in maniera uguale situazioni differenti». «Sconcerta - scrive il giornale dei vescovi - che il sindaco, che è avvocato e uomo di legge, scelga con questo atto di ribaltare le fonti del diritto, anteponendo una legge di regolazione amministrativa addirittura alla Costituzione. Che all'articolo 29 è inequivocabile nel riconoscere "i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio"». L'opposizione spara da alzo zero: «La giunta Pisapia è sempre più allo sbaraglio - attacca Mariolina Moioli -: dimostra di non conoscere i problemi della città e di procedere sulla base dell'ideologia». «Ciò che è distinto per natura - chiude Masseroli, Pdl - non può essere reso uguale dal sindaco».


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