Sono almeno cento i barili di petrolio grezzo dispersi in mare davanti alle coste dello Stato nigeriano di Akwa Ibom, nel sud del Paese.
La notizia del fatto, accaduto giorni fa, è stata resa nota dalla protezione civile locale.
Secondo le dichiarazioni dei funzionari il petrolio si è riversato in mare nei pressi del giacimento off-shore di Qua prima che la compagnia Mobil Producing Nigeria riuscisse a individuare la falla e a poterla chiudere.
Il versamento del greggio è stato poi confermato dalla stessa compagnia petrolifera, che è una delle tre sussidiarie del colosso americano Exxon Mobil Nigeria.
La gravità della cosa sta nel fatto che l’incidente è il terzo dello stesso genere al largo delle coste nigeriane dopo i due precedenti, che sono avvenuti rispettivamente il 13 e il 24 agosto di quest’anno.
Ora è d’obbligo domandarsi che tipo di manutenzione e ogni quanto essa è fatta alle petroliere.
E, ancora, quali sono le reali competenze dell’equipaggio che dovrebbe provvedere.
Non è difficile immaginare, in nome del “dio” denaro, che tipo di reclutamento possa essere fatto quanto a uomini e, quanto poco, fatto un rapido calcolo tra profitti e perdite, possa stare a cuore alla compagnia petrolifera quella che è la sicurezza effettiva delle petroliere e, ancor meno, la salvaguardia delle acque e delle coste dall’inquinamento.
Nonché la salute, sopratutto, delle famiglie degli abitanti delle aree costiere.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)