È successo: oggi il carro attrezzi ha portato via la mia Punto.
Il minimo che potessi fare era scrivere qualche riga per elogiare un’amica fidata che mi ha accompagnato tra alti e bassi negli ultimi 10 anni di vita, ma non lo farò o almeno non qui. Per quello c’è il solito pub e una birra davanti a cui parlarne. Sapete anche quando e dove trovarmici.
La rottamazione della Punto mi ha fatto pensare ad altro, a come la mia generazione non possa dirsi nativa digitale, sebbene siamo i primi a farci i conti pesantemente nel mondo del lavoro, e nemmeno analogica come chi ci precede anche di pochi anni.
Le cose cambiano e a volte lo fanno molto in fretta. Ricevetti il mio primo pc a quasi 17 anni. Ero una mosca bianca e ne andavo fierissimo. Rivendicavo il mio appartenere ad una vecchia guardia che in realtà, per questioni di età, non potevo aver veramente conosciuto.
Eppure in soli dieci anni mi sono circondato di computer portatili e social schiavizzanti su internet, TV che vanno su internet, smartphone per andare su internet, connessioni ad internet che si bloccano e lì giù bestemmie.
L’ultimo baluardo di un mondo oramai antico era la mia Punto e adesso, mentre pubblico queste righe, probabilmente è già un cubetto. Già da qualche giorno la tradisco con un’auto più bella, potente, spaziosa e tecnologica. Non ho ancora capito se va su internet ma non mi stupirebbe se lo facesse.
Sì questo post non va da nessun’altra parte. Si tratta solo di una piccola riflessione, l’ultima di tante che hanno preso vita fuori e dentro la mia piccola grande macchina che ora non c’è più.
Stasera brinderò in suo onore, se vi andrà di farmi compagnia sarete i benvenuti.
Sapete dove trovarmi, Cheers!
Fra
PS
Ebbene sì, sono così fava da non aver neanche una foto significativa da inserire. Prometto che risolvo al più presto.