Soddisfatto degli ascolti, nel frattempo Al Bano traccia un bilancio della trasmissione.«E’ andato veramente bene, anche perché il programma si basa su storie vere che mi hanno impressionato e hanno coinvolto e commosso il grande pubblico. Anche il mix tra me e la Parodi ha funzionato bene, anche se non ci incontriamo mai durante la trasmissione: io cercavo le persone lei le trovava».
Avete toccato temi forti. Quanto vi hanno toccato?«Molto, storie grandi e piene di paurose verità. In una di queste, ad esempio, ho scoperto che quando si danno i figli in adozione, si devono troncare e tagliare le proprie radici. Ritengo sia una grande anomalia, un po’ disumana per certi versi. Non sempre le persone a cui vengono affidati i figli, sono all’altezza del piccolo e inevitabile dramma che si compie a posteriori».
Si aspettava questo grande successo di ascolto?«Dopo 45 anni di mestiere, è la prima volta che mi cimento da conduttore di un programma televisivo senza cantare. Comunque, la forza di questo programma non sono io, ma le storie che abbiamo raccontato».
Qual è stata la storia che l’ha colpita maggiormente?«Sono tutte vicende che ti lasciano dei segni. Sembrano storie quasi surreali, come nel caso della prima puntata in cui abbiamo raccontato il caso di Michelina. Una donna di 58 anni in cerca dei suoi fratelli minori che non vede più da quando era piccola. Lei era stata mandata in collegio all’età di 2 anni, dal quale poi era scappata a 14 anni. Storie intrecciate a luoghi e paesi diversi».
Al Bano cantante cosa sta preparando?«Il 7 febbraio sulla Rai andrà in onda “Felicità”, concerto che ho registrato a Mosca con Gianni Morandi e Umberto Tozzi. Poi, tanti concerti come sempre. Da quando ho fatto il concerto con Romina, piovono richieste ma è bene che si sappia, nessun tour in programma insieme a Romina Power».
Avete cantato insieme dopo 19 anni, ora tutti vi cercano di nuovo in coppia?«Nessuna decisione è stata presa in merito, né da parte mia, né da alcun’altra parte. Per il momento è un no con tre punti esclamativi. Certo, prima di Mosca i punti esclamativi erano molti di più. È stato il manager russo Agapov a riuscire nell’impresa. Nulla è detto, perché non ho la sfera di cristallo. Ad ogni modo, sto lavorando alla grande da solista, ho in programma una serie di appuntamenti. Va bene così».