Da lì in poi è tutto un continuo urlare di Platinette che, inferocita, si alza si avvicina a Ruggiero e gli intima di farla finire di parlare. Chiambretti riesce ad allontanarla e a farla sedere sul trono a lei destinato. Ma Ruggiero, per niente intimorito dall'ira di Plainette, insiste. "I peccati urlano e queste sono le conseguenze" dice Ruggiero e Platinette si alza di nuovo e non riuscendo a zittire il suo oppositore, simula uno sputo di sdegno. Il battibecco continua a colpi di citazioni testuali della Bibbia e minacce di abbandonare lo studio. Dopo aver rivendicato il suo essere una "travestita di destra" Platinette riesce a stento a dire la sua sui matrimoni di don Franco ("don Franco - dice - applica un principio del cattolicesimo che è la compassione ed il perdono", dice Platinette) e poi Ruggiero incalza ancora e quando si rivolge a Platinette chiamandola Coruzzi, il cognome vero della drag queen. E' la goccia che fa traboccare il vaso. "Mi chiama per cognome? Io mi chiamo Platinette, ho fatto una carriera, guadagno e pago le tasse" esplode Platinette e Ruggiero risponde, rivolto a Chiambretti: "Vede che non sono normali queste persone?".
Platinette se ne va e uscendo dallo studio si gira ancora verso Ruggiero e gli urla: "Lei brucerà all'inferno, io almeno no".
L'argomento matrimoni gay continua con la posizione dell'ex ministro Rotondi che ha assistito a tutta la scenda collegato in esterna. "Non si può imporre a tutti gli italiani una visione religiosa riguardo alle famiglie e alle convivenze e sono convinto che bisogna riconoscere alcuni diritti". Alla scena tratta dal film "Bruno" con il tentativo di nozze gay fallito, seguno le parole di don Franco che chiude l'argomento con la sua visione della questione: "Guardo la persona che ama - dice don Franco -. E alla chiesa dei dogmi dovremmo sostituire la chiesa del cammino".