AL CINEMA CON LADY M. : 'PARADISO AMARO' e 'HYSTERIA'

Creato il 03 marzo 2012 da Francy
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PARADISO AMARO, di Alexander Payne, con George Clooney, Shailene Woodley, Amara Miller Matt King, avvocato hawaiiano di successo, sta attraversando un momento drammatico ed estremamente delicato della propria vita: la moglie è ricoverata in ospedale in stato di coma irreversibile in seguito ad un grave incidente nautico e lui si ritrova improvvisamente a dover gestire le due figlie di dieci e diciassette anni. Inoltre, la sua famiglia è intestataria di un fondo che detiene la proprietà dell'ultimo immenso appezzamento di terreno vergine di tutte le Hawaii e su di lui incombe, in quanto amministratore fiduciario del fondo, la responsabilità della decisione finale in merito alla vendita dell'ultimo vero paradiso incontaminato delle isole.  Gruppo di famiglia in un esterno. Matt è un distratto e superimpegnato professionista che, procacciando il benessere materiale della propria famiglia, ritiene pienamente assolto il proprio dovere di marito e di padre. Ciò che vede dall'osservatorio della propria scrivania lo appaga e lo culla nell'illusione di appartenere alla famiglia patinata e perfetta delle pubblicità. Invece la famiglia vera, quella della vita di tutti i giorni, è un oggetto sconosciuto, pericoloso da maneggiare come un ordigno inesploso, nodo di incomprensioni, tensioni e frustrazioni, eppure è anche l'unica ancora di salvezza di cui disponiamo per tentare di restare a galla nell'oceano quasi perennemente tempestoso della vita. Il concetto portante del film è che i componenti di una famiglia sono come le isole di un arcipelago: benché facciano parte di un tutto, sono separati e, in definitiva, soli e, così alla deriva, si allontanano lentamente. Purtroppo è penoso riconoscerlo, ma il dolore separa emotivamente le persone, anche (o forse soprattutto) coloro che dovrebbero essere le più vicine; nei momenti di crisi, benché parte di una famiglia, cioè di un'istituzione che, in teoria, dovrebbe offrire sostegno ai propri membri, ognuno tende a bastare a sé stesso, a cercare di arrangiarsi da solo come può, con buona pace delle anime belle convinte che la sofferenza, soprattutto quando condivisa, avvicini e rinsaldi i rapporti interpersonali. Un film piuttosto lento, in cui, in pratica, succede poco o niente di veramente eclatante, si tratta semplicemente della vita che scorre, con tutte le sue difficoltà, in questo caso specifico quella di un avvocato americano e della sua famiglia, ma potrebbe trattarsi di quella di ognuno di noi, gli accadimenti sono quasi tutti interiori ai personaggi. Stridente il contrasto tra alcune inquadrature e panorami di struggente bellezza e i drammi che vivono i protagonisti. Anche la musica, dolce e vagamente ipnotica, contribuisce a creare un'atmosfera straniante in contrasto con i dolenti personaggi e i loro affanni. Finale non falsamente consolatorio e sdolcinato, per fortuna, semplicemente ci si rende conto di avere ben poca scelta e ci si aggrappa dove si può per non affogare. 
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HYSTERIA, di Tanya Wexler, con Maggie Gyllenhaal, Hugh Dancy, Jonathan Pryce, Rupert Everett  Londra, 1880. Il dottor Mortimer Granville è un giovane medico entusiasta del proprio lavoro, ricettivo nei confronti di tutti i recenti traguardi della medicina moderna. Questo atteggiamento, però, lo rende inviso presso i colleghi più anziani e dalla mentalità chiusa, così, dopo l'ennesimo licenziamento, trova finalmente una nuova occupazione presso lo studio del dottor Dalrymple che cura, con successo, l'isteria femminile attraverso la stimolazione vaginale manuale. Qui ha l'opportunità di conoscere e frequentare le figlie del suo principale: Charlotte, la primogenita, ribelle, idealista ed impegnata in campo sociale e la quieta e dolce Emily, "l'angelo del focolare". Grazie alle sue doti di apertura mentale, curiosità ed intraprendenza, al caso e ad una buona dose di fortuna, finirà con l'inventare il vibratore. Biografia, più o meno romanzata, del dispositivo elettrico più amato dalle donne (lasciate perdere lavatrice e lavastoviglie). La fine del XIX° secolo, mentre la seconda rivoluzione industriale è ormai in pieno svolgimento, è un periodo di grande fermento in ogni campo della vita umana, sia scientifico, con le strabilianti innovazioni dell'elettricità e del telefono, che socio-politico, con il recente movimento delle suffragette, origine di una nuova consapevolezza del proprio valore che, lenta ma inesorabile, si fa strada tra le donne e le classi sociali meno abbienti. Probabilmente, solo un simile substrato socio-culturale avrebbe potuto rappresentare un terreno fertile per l'invenzione di quello che, secondo una nota finale del film, è ancora a tutt'oggi il gadget erotico più diffuso al mondo. A dir la verità, forse è anche utile specificare che il periodo Vittoriano era caratterizzato da un estremo puritanesimo (ed estrema ipocrisia) nei costumi sessuali, infatti il vibratore non era stato pensato inizialmente in chiave erotica, bensì come coadiuvante medico nel trattamento dell'isteria femminile (diagnosi definitivamente abbandonata, per fortuna, nel 1952).  Una commedia romantica, garbata e divertente, anche se molto meno "rivoluzionaria" di quanto l'argomento potrebbe lasciar pensare, tant'è vero che si conclude con una canonica proposta di matrimonio, con tanto di anello e innamorato inginocchiato davanti alla fanciulla dei suoi sogni. Dialoghi leggeri e spumeggianti, ricchi di doppi sensi ma mai volgari, con il grande pregio di indurre al riso scanzonato e al sorriso indulgente su di un argomento delicato e facilmente manipolabile come il piacere sessuale femminile.
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  Posti in piedi in Paradiso, di Carlo Verdone, con Carlo Verdone, Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti Tre estranei neodivorziati sono costretti alla convivenza per far fronte alle spese.
50 e 50, di Jonathan Levine, con Joseph Gordon-Levitt  Un approccio leggero ed ironico alla malattia.


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