Nonostante il tema di base trattato, davvero interessante: la vita dopo la morte.
Certi registi sanno raccontare con le immagini senza dire troppo, ma in realtà dicono tantissimo. Qui Clint Eastwood dice, ma con poca intensità, con poco trasporto. Il film non rimane impresso, è fin troppo lieve.
Ti sfiora ma non ti prende. Come la morte nei personaggi del film.
Ci fa riflettere sulla vita dopo la morte, su quelle persone che hanno sfiorato la morte e ne tengono traccia; in parte sì, ci da uno spunto. Il lato positivo è che suggerisce senza andare oltre, che racconta storie particolari che si intrecciano e che si ricongiungono, però con un finale scontato e di un romanticismo un po' tirato che sa di "americanata colta".
Un sensitivo (Matt Damon) ha deciso di non utilizzare più il suo dono per poter condurre una vita normale, ma le circostanze non glielo permetteranno; una giornalista francese (Marie De France) sopravvissuta allo tsunami, dopo aver avuto visioni dell'aldilà, sarà impossibilitata a proseguire la sua vita come prima e darà una svolta; un ragazzino che ha perso il gemello in un incidente continua a vivere dolorosamente spezzato:
tutti troveranno risposte nella vita, dopo aver sondato la morte.