La regia è di John Landis, che torna dopo una lunghissima e sentita assenza ... allora c'è una certa delusione, ci si aspetta molto di più da uno dei registi tra i più originali del pianeta.
Nella Scozia di inizio Ottocento due truffatori diventano inizialmente ladri di cadaveri per far fronte alle richieste di un importante anatomista per le proprie lezioni; essendo il mercato in crescita, successivamente diventano assassini, l'uno per arricchirsi e l'altro per conquistare la donna di cui si innamora.
Il film è grottesco, ironico, di un umorismo molto inglese infatti l'omicidio diventa un fatto rocambolesco e preso con la massima leggerezza (tanto - si dice nel film - ogni uomo esce dal grembo materno già condannato a morire); i due farabutti sono l'uno cinico e materialista, l'altro incantato e ingenuamente romantico, si contrappongono bene. Tutto qui però.
Mi è piaciuta la scritta a inizio film:
"Questa storia è ispirata a fatti reali, tranne quelli che non lo sono"
che già dichiarano l'onesta disonestà di Landis nel trattare liberamente ed artisticamente i fatti, mescolando a suo piacimento realtà e finzione al contrario dei soliti e sempre più film che invece si vantano di trattare storie vere.
Manca però l'irriverente e dirompente anarchia di un tempo, questo sembra solo un puro "divertissement" per il regista, senza alcuno scopo particolare.
John Landis